Dal primo ottobre è scattato il tanto dibattuto rincaro dell’Iva dal 21 al 22%. Aumento Iva, anche per le vecchie bollette domestiche
Aumento Iva, anche per le vecchie bollette domestiche. Cosa vuol dire? Rincari per tutti. Secondo le associazioni dei consumatori le ricadute per le famiglie andranno dai 207 ai 349 euro l’anno.
In seguito all’aumento dell’aliquota, salgono quindi i prezzi per vino, birra, succhi di frutta e altri alimenti pregiati come i tartufi. E ancora rincari per automobili, accessori auto, pezzi di ricambio.
Aumenti anche nell’abbigliamento, calzature, pelletteria, biancheria per la casa, per i vari elettrodomestici, e ancora per detersivi, televisori, radio, hi-fi, computer e prodotti di cancelleria.
Ma non dolo. Anche le bollette domestiche faranno la loro parte. “Gli utenti dovranno pagare bollette più salate per consumi riferiti al periodo in cui l’Iva era ancora al 21 per cento”. Così afferma il Codacons. “Il dpr 633 del 1972 – spiega l’associazione – stabilisce che, indipendentemente dal periodo di riferimento dei consumi, l’aliquota Iva da applicare è quella relativa al momento in cui viene emessa la fattura. Ciò comporta che sulle prossime bollette di luce, gas, e telefonia riferite a consumi antecedenti la nuova aliquota, si applicherà comunque l’Iva al 22 per cento”.
Tradotto in termini economici, “si tratta di un esborso aggiuntivo di decine di milioni di euro da parte delle famiglie, che si aggiungono agli effetti diretti sui prezzi al dettaglio, aumentati per effetto dell’Iva”.
“Ma problemi si registrano anche per chi ha acquistato mobili, elettrodomestici o automobili prima dell’1 ottobre, versando magari un anticipo, e si vedrà consegnata la merce in una data successiva. Costoro rischiano di pagare somme aggiuntive anche di centinaia di euro, in relazione alla maggiore Iva al 22 per cento”, aggiunge il presidente Carlo Rienzi.
Aumento Iva, anche per le vecchie bollette domestiche – di Elisabetta Paladini
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