
Il prestito vitalizio ipotecario cerca di trovare nuovo slancio, con le regole “più certe” e meno rigide per poterlo ottenere ed utilizzare. Le novità introdotte dal decreto del Ministro del Mise di fine 2015 (nr. 226) non sono molte, ma comunque significative, come si ben comprende dalla comparsa che questo prodotto ha fatto nella sezione “mutui e prestiti” dei principali gruppi Bancari.
Quali sono le novità?
La modifica più importante riguarda l’età minima richiesta per accedervi: dai 65 anni precedenti si passa ai 60 anni. Questa scelta palesa l’intenzione del governo di trovare un’alternativa ai prestiti di consolidamento debiti richiesti sempre più spesso per cercare di sostenere il carico dei finanziamenti, proprio da persone “mature” e quindi con poche possibilità di ottenere degli aumenti delle entrate (dettagli su http://www.spaziomutui.com/consolidamento-debiti.htm). Sono state definite anche le percentuali di finanziabilità che le banche devono “garantire”, lasciando meno libertà alla determinazione, che ora devono essere comprese almeno tra il 15% (per i sessantenni) e il 50% (per i novantenni) che possono salire con alcune banche anche al 60%. Altro requisito fondamentale è costituito dalla proprietà di un immobile che non deve essere gravato da ipoteca.
Come funziona?
Il funzionamento non è sostanzialmente cambiato, ma alle banche è stata data la possibilità di proporre anche delle soluzioni intermedie: oltre alla forma pura il cui il proprietario ottiene una somma a titolo di prestito vitalizio, senza essere tenuto al pagamento delle rate per la restituzione del finanziamento, c’è la forma mista che invece prevede il pagamento di rate di interessi da parte di chi beneficia dell’erogazione del prestito vitalizio (una scelta che può essere sospesa passando in qualsiasi momento alla tipologia originaria). Alcune banche coinvolgono anche gli eredi prima di dare il via libera alla concessione del prestito, ma questo non costituisce un reale obbligo.
In una sola soluzione oppure in tranche?
Il prestito vitalizio è una forma di finanziamento estrema, perché poco conveniente, se si hanno degli eredi. Per cercare di ridurre l’impatto negativo dovuto alla capitalizzazione degli interessi che sfrutta l’ammortamento alla francese, si può sfruttare la tipologia a tranche. In questo modo si ha la maturazione degli interessi sulle tranche via via percepite, evitando l’impennata della maturazione degli interessi passivi fin dal principio.
Ma comunque bisogna tener bene a mente il fatto che questo tipo di prestito non è economicamente conveniente. e va considerato come una soluzione estrema.
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