Molte delle persone che intendono acquistare una casa decidono di ricorrere al mutuo casa, un finanziamento a medio-lungo termine (dai 5 ai 30 anni) a titolo oneroso che prevede di solito il rimborso tramite rate mensili.
Per ottenere un mutuo casa, è necessario rivolgersi a una banca, che metterà a disposizione del richiedente varie opzioni, normalmente riconducibili a due macro-categorie di mutuo: mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile.
I dati relativi all’anno 2024 mostrano che attualmente la maggior parte dei richiedenti tende a scegliere un mutuo a tasso fisso per la casa, ma non mancano certo le proposte a tasso variabile ed è quindi opportuno conoscere le principali differenze tra i due, per fare una scelta consapevole.
Si deve però premettere che non esiste un’opzione migliore in assoluto: in certi periodi sono risultati più convenienti i mutui a tasso variabile, mentre in altri quelli a tasso fisso.
Il mutuo a tasso fisso
Come facilmente si può intuire, in un mutuo a tasso fisso, il tasso d’interesse previsto dal contratto non subirà mai variazioni, a prescindere dalla durata del finanziamento e dalle inevitabili oscillazioni dei mercati finanziari. La rata mensile di rimborso sarà sempre dello stesso importo, così che fin dal momento della richiesta è possibile calcolare l’importo totale degli interessi da esborsare.
Si tratta di una soluzione che protegge dai rialzi dei tassi d’interesse decisi dalle autorità centrali come la BCE, responsabile della gestione della politica monetaria nell’Eurozona. Se, da un lato, il fatto che la rata sia invariabile facilita la pianificazione finanziaria, d’altra parte è necessario precisare che, in caso di ribasso dei tassi, non si otterrà alcun tipo di beneficio.
Il mutuo a tasso variabile
Scegliere un mutuo a tasso variabile significa optare per un finanziamento in cui le rate cambiano in base alle variazioni del tasso legate alle oscillazioni dei mercati. Se le autorità centrali decidono per un rialzo dei tassi, le rate del mutuo subiranno un incremento poiché sarà più elevata la quota interessi. Viceversa, in caso di un ribasso, le rate saranno più contenute, grazie al minore impatto degli interessi.
Questa soluzione favorisce il debitore se i tassi diminuiscono, ma lo penalizza in caso di rialzo. In più, non è un’opzione che favorisce la pianificazione delle spese poiché è impossibile stabilire a priori quale sarà l’ammontare totale degli interessi da esborsare.
Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile: non è una scelta semplice
Come già affermato, non esiste una scelta che possa dirsi migliore in assoluto. Inoltre, si parla di finanziamenti che si snodano lungo un arco temporale molto lungo, per cui nessun analista è in grado di fare previsioni certe.
Si può dire che, tendenzialmente, un mutuo a tasso variabile può essere gestito meglio da coloro che hanno un reddito medio-alto e prospettive professionali sicure e in crescita, perché possono più facilmente assorbire eventuali aumenti delle rate.
Nel caso di redditi sicuri, ma fissi e non particolarmente elevati, il mutuo a tasso fisso è un’opzione che può essere gestita più facilmente poiché la rata rimarrà costante, così come stabilita al momento della richiesta e quindi compatibile con la propria capacità di rimborso.
In questo senso, la Banca d’Italia suggerisce che la rata di un mutuo non dovrebbe superare il 30% del reddito disponibile, ma ovviamente è sempre necessario valutare il quadro generale della propria situazione finanziaria e lavorativa prima di prendere determinate decisioni, data la rilevanza degli importi in gioco.
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