
Tasso variabile nel mutuo. Il tasso variabile è il parametro che oggi offre maggiori vantaggi in termini di interessi per chi si accinge a contrarre un mutuo.
Tasso variabile nel mutuo
Ma il tasso variabile presenta la grande e preoccupante incognita della variabilità, che andrà a modificare il tasso base con una periodicità prestabilita durante l’arco di vita del finanziamento, portando ad un conseguente aumento o diminuzione della rata mensile.
Questo spiega perché gran parte delle famiglie italiane alle prese con un mutuo, preferiscano il tasso fisso, seppur più gravoso rispetto a quello variabile.
Così come per il fisso, anche il tasso variabile è composto da un parametro di indicizzazione, definito euribor, e dallo spread applicato dalle banche a seconda della tipologia di prodotto scelto.
L’euribor a cui si fa maggiormente riferimento per quanto riguarda le operazioni di mutuo è mensile, trimestrale o semestrale e rappresenta la periodicità dell’adeguamento.
Esso viene rilevato e diffuso come media ponderata dei tassi di interesse utilizzati nei prestiti fra le banche europee.
I motivi per cui può essere opportuno optare un tasso variabile, non sono tanti, ma se lo si sceglie, fondamentalmente tre sono le ragioni:
normalmente il tasso variabile è più basso di quello fisso e quindi più conveniente;
si preferisce che il mutuo segua l’andamento del costo del denaro, per cui si è propensi a correre il “rischio” di un possibile rialzo della rata, ma si è fiduciosi di poter usufruire di un suo eventuale abbassamento;
una previsione piuttosto ottimistica di un tendenziale calo di tassi nel medio-lungo termine.
Tasso variabile nel mutuo – di Stefania Guerrera
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