A chi non è capitato di immaginare come sarebbe vivere in un albergo: tutti i tipi di confort senza sforzi di gestione. In realtà, nonostante gli indubbi vantaggi e le comodità, in pochi riuscirebbero veramente ad adattarsi ad una vita trascorsa in hotel e questo fondamentalmente perché si tratta di un ambiente spersonalizzato o che comunque non riflette il nostro carattere.
Per quanto possiamo essere attratti da contesti lussuosi o alla moda, per sentirci davvero a nostro agio abbiamo bisogno che l’ambiente attorno a noi ci sia familiare, di riconoscerci in esso e nei dettagli che lo qualificano.
Come ad un vestito o ad un paio di scarpe, chiediamo alla nostra abitazione che innanzi tutto ci stia comoda e non in termini dimensionali, ma prima di tutto percettivi e sensoriali; la capacità di uno spazio di farci sentire a nostro agio dipende anche dalle sue capacità evocative e da quanto, nel tempo, questo spazio si sia trasformato nell’esternazione della nostra esistenza interiore.
E’ vero, quindi, che una buona progettazione non potrà prescindere, oltre che dalle esigenze funzionali, anche dalle prerogative caratteriali di chi dovrà abitare gli ambienti, ma l’evoluzione della casa in nido si avrà gradualmente solo abitandola.
Gli oggetti personali, gli arredi le luci, i ricordi parteciperanno a questo processo, ma bisognerà fare molta attenzione a non venirne sopraffatti. Il rischio infatti è che la fase di “riempimento” della scatola abitativa non si trasformi in un sovraffollamento chiassoso che potrebbe frastornarci quando abbiamo bisogno di tranquillità.
E’ importante, ad esempio non confondere la cura del dettaglio con la decorazione. Riuscire a mantenere sobrietà in un ambiente ricco di ricordi, non è un’impresa facile, ma sarà possibile riflettendo attentamente e ponderando le nostre scelte. Una volta definita la funzione di ogni ambiente è opportuno fare una riflessione sia sugli elementi basilari (corpi illuminanti e radianti, contenitori, tavoli sedie ecc) che su quelli di dettaglio, valutandone l’efficienza come anche il valore estetico.
Per quel che riguarda l’arredo può spesso capitare di innamorarsi di oggetti visti su riviste o nei negozi, ma non sempre adatti, per caratteristiche dimensionali o estetiche, agli spazi di casa nostra.
Il presupposto fondamentale di una casa comoda è infatti, quello di potersi muovere senza incontrare ostacoli. Un metodo efficace per verificare l’ingombro dei dei mobili prima dell’acquisto è quello di preparare delle sagome di cartone che ne ricalchino le dimensioni e collocarle sul pavimento.
Esistono poi, in alternativa, diversi software, adatti anche ai meno esperti, che consentono di visualizzare al computer ambienti tridimensionali e di fare una elaborazione grafica virtuale che rappresenti le stanze di casa nostra con il futuro allestimento.
Se poi nel corso degli anni ci siamo divertiti a collezionare oggetti e ricordi, accumulando copiose quantità di oggetti, dovremo fare attenzione anche alla loro gestione. Una scelta efficace potrebbe essere quella di non distribuirli casualmente, ma di organizzare degli espositori dedicati, prevedendone la dimensione in funzione del numero di pezzi (qualora il tipo di collezione lo consenta).
In alternativa si potranno usare gli oggetti, come tessere di un mosaico, ponendole in modo da comporre una sagoma più grande: questo conferirà un ordine visivo all’allestimento, che non verrà percepito come una mescolanza di elementi, ma come un unico grande elemento decorativo.
A cura dell’Arch. Anna Lisa Pecora
annalisapecora(at)hotmail.com
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