
Il 26 settembre 2015 scatta l´obbligo di installare solo caldaie a condensazione.
Mancano ormai pochissimi giorni a quella che sembra destinata a rappresentare una vera e propria rivoluzione nel mondo di caldaie e scaldabagni. A partire dal prossimo 26 settembre, infatti, nel territorio europeo entreranno in vigore nuove norme, stabilite dalla Ue, riguardanti tali apparecchiature: il c.d. regolamento Ecodesig.
In pratica, le caldaie e gli scaldabagni venduti fino ad ora lasceranno progressivamente spazio a nuovi modelli capaci di garantire una maggiore efficienza energetica. In questo modo, i consumatori potranno godere di un duplice vantaggio: risparmio di energia e possibilità di vivere in un ambiente più pulito grazie a minori emissioni. Si ripeterà quanto già accaduto in precedenza per elettrodomestici quali televisori e frigoriferi.
D’ora in poi, il mercato sarà invaso da pompe di calore e caldaie a condensazione, ma anche da sistemi ibridi. Si ridurranno le apparecchiature tradizionali, destinate a scomparire nell’arco di pochi mesi, in quanto non verranno più immesse sul mercato. Una volta esauriti gli stock in magazzino spariranno definitivamente dalla circolazione.
Questa decisione entra a far parte del piano che la stessa Ue ha voluto promuovere, che ha come obiettivo quello di contrastare i cambiamenti climatici. Si tratta, assieme alla questione dei flussi migratori, di uno dei temi più delicati, in grado di influenzare il destino dei milioni di abitanti che vivono all’interno del territorio europeo.
A confermare l’importanza delle nuove regole è stato l’eurodeputato tedesco del Ppe Pieter Liese, che ha indicato come un taglio dei consumi di energia sia un’operazione fondamentale per riuscire a ridurre le emissioni di gas serra. Una mancata presa di coscienza su questo problema avrebbe comportato, sempre secondo Liese, a doversi confrontare in futuro con dei “rifugiati climatici”.
In termini numerici, in virtù di questo cambiamento si otterrà un risparmio di energia che, entro il 2020, in base alle stime fatte, raggiungerebbe la quantità prodotta attualmente da 47 centrali nucleari. A fornire questi ultimi dati è stato Stephane Arditi, che opera all’interno dell’European Environmental Bureau. Quest’ultima rappresenta un’associazione ambientalista capace di accogliere al suo interno ben 140 organizzazioni sparse in tutta Europa. La stessa associazione ha indicato come l’Ue otterrà un risparmio anche nel consumo di petrolio, la cui richiesta potrebbe arrivare a 56 milioni di tonnellate in meno. L’ltimo aspetto da non sottovalutare è rappresentato dai posti di lavoro che verranno creati grazie a tale riforma, pari a 238 mila.
A voler rilasciare una dichiarazione in proposito è stato, nel nostro Paese, anche Davide Sabbadin, che lavora all’interno di Legambiente. Dalle sue parole emerge grande soddisfazione per la decisione assunta, che porterà ad un taglio netto delle emissioni (sia a livello globale che locale), ad una minore importazione di gas e a risparmi non indifferenti all’interno delle bollette delle famiglie italiane. Inoltre, ad essere avvantaggiati dalla nuova politica saranno anche i produttori, soprattutto quelli che hanno già iniziato da tempo ad investire in ricerca, innovazione e sviluppo. Proprio per l’industria, secondo Federico Musazzi di Assotermica, la decisione assunta dalla Ue costituisce una svolta epocale, che porterà ad un drastico cambiamento del mercato. Considerando che, ad oggi, circa il 60% delle caldaie vendute sul mercato italiano sono di tipo tradizionale, il salto che verrà compiuto sarà molto importante. Per quello che concerne eventuali cambiamenti relativi alle normative che regolano la gestione delle caldaie, le operazioni di manutenzione e i regolari controlli del funzionamento, ancora non sono arrivate comunicazioni.
Se la modifica dei requisiti minimi di “performance energetica” (intesa come rendimento, rumorosità, livello delle dispersioni e delle emissioni inquinanti) per la libera circolazione degli elettrodomestici destinati al riscaldamento ambientale e alla produzione di acqua calda è certa, anche un altro cambiamento si verificherà in questi giorni.
Infatti, verranno introdotti anche quattro regolamenti relativi all’etichettatura energetica. Il primo (811/2013) riguarderà l’etichettatura energetica degli apparecchi dediti al riscaldamento. Il secondo (812/2013) è relativo all’etichettatura degli apparecchi che producono acqua calda sanitaria. Il terzo (813/2013) ha per oggetto la progettazione ecocompatibile degli apparecchi dediti al riscaldamento. L’ultimo (814/2013) disciplina la progettazione ecocompatibile degli apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria.
In pratica, gli apparecchi di riscaldamento dell’acqua o di climatizzazione invernale verranno dotati di una nuova etichetta energetica, sulla quale verranno riportati i dati relativi l’efficienza, la potenza sonora ed altri parametri. Inoltre, tale etichetta dovrà essere esposta non solo nei punti vendita, ma anche sui siti internet, sui listini, sui depliant e in tutte le offerte. Occorre ricordare come l’introduzione dell’etichettatura energetica risalga al 1995. Grazie ad essa è stato possibile portare i produttori a sviluppare elettrodomestici più efficienti sul piano dei consumi. Negli anni si è assistito anche ad un aumento del numero delle scale energetiche. Rimane solamente da verificare la reazione sia dei produttori che dei consumatori e, soprattutto, vedere come il settore riuscirà ad adeguarsi velocemente a queste novità.
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