
Caraffa depura acqua. I depuratori per acqua. L’acqua potabile è la fonte primaria della nostra esistenza, e ormai si sa, è un bene che va protetto e saputo mantenere tale.
Caraffa depura acqua. I depuratori per acqua che ne peggiorano la qualità
Le caraffe depura acqua ci vorrebbero aiutare ad averla a portata di mano, Le acque che si acquistano in bottiglia, sono senz’altro ottime ed ognuna ha le proprie qualità organolettiche specifiche, il residuo fisso e una certa quantità di sodio…
Ma quanta fatica trasportarle e soprattutto quanta plastica e quanto vetro si consumano e si scartano in un anno, per non parlare delle emissioni di CO2.
L’alternativa pubblicizzata è, appunto, la caraffa depura-acqua. Ma quanto sono efficaci e salutari queste caraffe? Gli spot promettevano che con la caraffa che depura l’acqua del rubinetto tramite dei filtri particolari, non avremo più bisogno di acquistare le casse al supermercato e il risparmio sarebbe garantito; ma come funzionano in realtà questi depuratori?
Il filtro presente sarebbe capace di eliminare odori e sapori sgradevoli mediante dei carboni attivi e tramite lo scambio di ioni, insomma il processo è chimico e non dura per sempre, perché anche i filtri andrebbero cambiati ogni certo periodo di tempo (solitamente una volta al mese per un costo medio di 6 euro).
I filtri, secondo le case produttrici, riescono ad eliminare sostanze come cloro, pesticidi, rame e zinco, dannosi se ingeriti quotidianamente, sostanze per altro presenti in quantità minima nelle nostre acque potabili, che se dette tali possono essere bevute comunque senza problemi, ma con l’utilizzo della caraffa, queste piccole quantità vengono eliminate rendendo la nostra acqua potabile più piacevole da bere.
Il risparmio sarebbe assicurato perché ogni filtro riuscirebbe a depurare 100 litri di acqua che in media costano 20 euro e il costo medio di una caraffa è di circa 30 euro (da pagare solo una tantum) più 6 euro al mese per l’acquisto dei filtri.
In realtà queste caraffe potrebbero eliminare le caratteristiche di potabilità dell’acqua e le aziende produttrici in sostanza sfruttano un vuoto legislativo in materia.
A lanciare l’allarme il ministro Balduzzi e chiede un radicale adeguamento delle aziende produttrici a standard di sicurezza più elevati per la salute del consumatore. Nella relazione tecnica del ministero della Salute che accompagna il decreto sui depuratori domestici, si prevedono norme più specifiche per tutelare la salute del cittadino.
Da test effettuati dal ministero si evince che per alcuni aspetti tendono a peggiorarla. Il fatto più grave è la proliferazione di batteri, prima non presenti. L’acqua filtrata, insomma, contiene più batteri di quella del rubinetto.
Inoltre inchieste giudiziarie dimostrano che l’applicazione del filtro impoverisce l’acqua di sali minerali quali calcio, magnesio e potassio, necessari per l’organismo. Questo eccessivo addolcimento potrebbe quindi non garantire tutte le caratteristiche di potabilità necessarie come stabilito dalla legge.
L’acqua del rubinetto: la soluzione migliore
Bere l’acqua del rubinetto è da molti punti di vista la scelta migliore: costa meno di un euro all’anno, non obbliga a portare pesi a casa e i controlli rigorosi garantiscono quasi sempre una qualità buona. Non dimentichiamo anche il rispetto dell’ambiente: niente plastica e zero inquinamento da trasporto merci.
Le caraffe sono fuori legge! Ho letto degli articoli tratti da La Stampa