Le procedure da seguire per l’installazione e la ricarica di un condizionatore sono piuttosto semplici se si ha a che fare con istruzioni precise e corrette come quelle che vi forniamo nelle prossime righe. Per questo, ringraziamo i responsabili di roma-assistenzacaldaie.it, che sono esperti nei servizi di assistenza per la ricarica condizionatore Roma e ci permettono di scoprire tutte le fasi di un intervento fai da te eseguito a regola d’arte.
Come iniziare
Il primo step riguarda la collocazione del gruppo composto da ventilatore ed evaporatore. Inizialmente è necessario montare la staffa, e a questo punto occorre individuare una posizione a cui destinare il compressore esterno. Un buco nella parete è indispensabile per il passaggio del tubo dell’acqua di condensa e di quelli del refrigerante: è bene avere a disposizione una canalina di misure adeguate perché ci sarà bisogno di far passare i cavi della corrente. Inoltre, tra l’unità interna e l’unità esterna non si potrà fare a meno di una pendenza della canalina.
Il collegamento dei cavi elettrici
Una volta che è stata completata l’installazione esterna del compressore, si può proseguire collegando le linee frigorifere a tenuta e i cavi elettrici, eventualmente servendosi di una chiave. Si tratta di connessioni che devono essere effettuate tra il compressore e l’unità interna: bisogna accertarsi che le chiusure siano ben strette e sicure, e al tempo stesso fare in modo di non rovinare la filettatura. Nel caso in cui “avanzi” una parte di tubo, la si può tagliare; inoltre, per facilitare l’impiego dei dadi è preferibile svasare le estremità. Nella maggior parte dei casi, il materiale con cui sono realizzati i tubi di collegamento tra l’unità esterna e l’unità interna è il rame coibentato, indispensabile per gli impianti di condizionamento: si tratta, infatti, di tubi che sono disossidati nella parte interna e che vantano un livello di pulizia molto elevato.
Come devono essere i tubi di collegamento
Le indicazioni del costruttore devono essere sempre rispettate sia per ciò che riguarda il numero di curve sia per la lunghezza dei tubi; in caso contrario è molto probabile che non si ottenga il potere refrigerante nominale. A tal proposito, vale la pena di sapere che un metro di tubazione diritta corrisponde a una curva. La connessione fra i tubi è denominata a cartella: in sostanza c’è una flangia svasata di 45 gradi che è chiusa da un bocchettone ad hoc. Proprio per questo motivo, le cartelle possono essere considerate come le parti più fragili degli impianti: nel caso in cui esse non vengano serrate con la forza adeguata può accadere che il gas fuoriesca, ma tale eventualità è probabile in tutte le circostanze in cui il lavoro non viene realizzato a regola d’arte.
La ricarica
Per caricare il circuito di gas dopo aver fatto il vuoto, è necessario collegare la pompa da vuoto con il compressore e attendere una trentina di minuti: attraverso questa procedura le linee di rame vengono private di tutto il vapore acqueo, che sarebbe deleterio per il gas refrigerante. La finestrella del livello dell’olio lascia intravedere, in questa fase, alcune bolle: è normale che accada e non c’è niente di cui preoccuparsi. Se non si dispone della macchina per il vuoto, una procedura alternativa a cui si può ricorrere è quella che prevede di allentare il bocchettone del tubo grosso dell’unità esterna; poi si immette gas aprendo la piccola valvola del tubo e si fa in modo che ne esca un po’.
Il cavo di alimentazione
Il cavo di alimentazione a tre conduttori deve essere collegato attraverso un interruttore magnetotermico con il quadro di casa. Se, dopo che è entrato in funzione, l’impianto raffredda, la canalina deve essere ricoperta, e non rimane che riempire i buchi nelle pareti con un po’ di gesso.
Giuseppe dice
Il periodo è quello giusto ma la difficoltà sta nel fare effettuare il tutto a del personale esperto. Ci sono suggerimenti o indicazioni su come cercare l’assistenza migliore ?