Un comune autoclave domestico permette di integrare le normale portata di uso familiare, qualora insorgano interruzioni del normale approvvigionamento idrico dalla rete comunale o si abbia a che fare con pressioni dell’acqua insufficienti alla normale erogazione dell’acqua dagli utilizzatori. Autoclave domestico: come realizzarlo.
Autoclave domestico: come realizzarlo. L’autoclave consente per esempio di integrare il fabbisogno idrico di un’abitazione attraverso il prelevamento e la messa in pressione dell’acqua contenuta all’interno di un serbatoio di accumulo. Questa viene così reintrodotta nella rete domestica. Può semplicemente servire per ottenere un incremento della pressione idrica nell’impianto.
Quando viene aperto un rubinetto, si ha una diminuzione della pressione presente nel circuito. Il vaso ad espansione restituisce l’acqua accumulata in precedenza, evitando un brusco abbassamento della pressione. Nell’impianto è presente un pressostato, esso si attiva quando la pressione si abbassa sotto valori prefissati, chiudendo il contatto elettrico, e azionando così la pompa dell’acqua.
Quando viene chiuso il rubinetto il vaso ad espansione si dilata con aumento della pressione, il pressostato può così riaprire il contatto elettrico interrompendo l’alimentazione della pompa. Attraverso il manometro è possibile verificare le pressioni di soglia d’intervento del pressostato.
Autoclave domestico: componenti
Gli elementi che compongono un’autoclave elementare sono quindi:
– 1 un vaso di espansione
– 1 pressostato
– 1 manometro
– 1 elettropompa
– 1 serbatoio di accumulo eventuale
Tramite un raccordo a cinque vie è possibile rendere molto veloci le operazioni di montaggio del sistema.
Elettropompa Vaso di espansione
Per prima si deve decidere, la portata massima che serve ( “Q” in litri/min), la pressione massima ( “P1” in Atm) e quella minima (“P2”) di esercizio. Per far ciò possiamo considerare ad esempio che un normale rubinetto si suppone eroghi circa 8 litri/min, un erogatore da vasca da bagno 15 l/min, una cassetta per WC 8 l/m, e così via. La pressione massima và contenuta all’ incirca entro le 4 Atm, quella minima intorno alle 2,5 Atm ( 1 Atm corrisponde a 10,33 metri di colonna d’ acqua).
Le pressioni ovviamente cambiano se l’ autoclave non è allo stesso livello delle bocche di erogazione. Le autoclavi possono essere “atmosferiche” o “pressurizzate“, a seconda se il valore della pressione dell’ aria dentro il serbatoio al momento del primo riempimento è pari a quella dell’ aria ambiente o invece compressa di un certo valore. Si ottiene un minor consumo di energia elettrica, ed una minore escursione di pressione (a parità di erogazione dell’ acqua) se si pressurizza il serbatoio. Inoltre, a parità di prestazioni, con una autoclave pressurizzata il serbatoio risulterà di dimensioni minori, e quindi di più basso costo. Oramai, quindi, si può considerare che tutte le autoclavi siano di tipo pressurizzato. Negli impianti casalinghi si dovrà provvedere periodicamente al reintegro manuale dell’aria compressa collegando il serbatoio ad un compressorino portatile.
Caratteristiche dell’impianto di autoclave domestico
L’elemento principale da dimensionare è l’ elettropompa, le cui caratteristiche tecniche sono riconducibili essenzialmente alla portata e alla prevalenza:
La portata.
Per determinare il valore della portata istantanea Q esistono vari metodi di calcolo che permettono di ottenere valori abbastanza precisi della quantità d’acqua, massima richiesta nei minuti di punta.
Tra i diversi sistemi di calcolo elencati in normativa, troviamo:
1) calcolo della probabilità di funzionamento contemporaneo degli
apparecchi;
2) calcolo sul numero di elettrodomestici ed apparecchi sanitari
installati;
3) calcolo basato sul numero di persone che utilizzano l’impianto di
sollevamento.
La prevalenza.
E’ la pressione minima che il gruppo di sollevamento dovrà fornire.
La pressione minima di esercizio Hm si ottiene come: Hm = He + Pe + Hr
Dove:
He = altezza dell’edificio (m);
Pe = pressione minima necessaria per consentire il regolare funzionamento delle utenze più sfavorite (m.c.a.);
Hr = perdite di carico totali.
Impianto Autoclave.
Il dimensionamento dell’impianto comprende il calcolo della capacità utile dell’autoclave (Vu) e della portata dell’acqua in uscita dalla pompa (Qv), nel periodo di tempo che intercorre fra ogni attacco e lo stacco successivo.
Per limitare il numero di accensioni della pompa, si aumenta la capacità dell’autoclave o la portata delle pompe. Un buon compromesso tra l’ingombro dell’autoclave e la potenza delle pompe installate si ottiene con la formula pratica: Qv = 30 x Q/Sc
Dove:
Q è la portata della pompa in litri al minuto, pari al consumo assoluto d’acqua nell’impianto;
Sc è il numero massimo di accensioni orarie;
Per calcolare il volume dell’autoclave (Vu) si può utilizzare la seguente formula:
Vu = Qv x (P1 + 1) / (P1 – P2)
dove :
P1 corrisponde alla pressione di spegnimento della pompa;
P2 è la pressione di accensione della pompa, cioè la pressione minima per il regolare funzionamento degli apparecchi.
In questo modo abbiamo a disposizione tutti i dati necessari per il dimensionamento dell’autoclave.
guido manzi dice
Vorrei il perché di un rubinetto prima del pressostato e vaso d espansione ogni tanto rimane senza acqua
Antonio Mondini dice
Vorrei eseguire un impianto di autoclave con serbatoio di acqua supplentare da 500 lt per la mia casa che da giugno a settembre resta per al meno 18 ore senza acqua.
Il serbatoio supplentare vorrei installarlo vicino all’attacco dell’acqua del mio scaldabagno a gas.
Posso eseguire tale impianto partendo dal tubo dell’acqua di entrata dello scaldabagno?
Oltre al serbatoio supplentare e della pompa autoclave di cosa altro ho bisogno per eseguire il mio impianto?
Attendo vostro gradito riscontro.
Cordiali saluti.
Antonio Mondini
Camillo dice
è stata montata una elettropompa alla stessa
altezza di un serbatoio contenente una riserva
d’acqua.Se non viene a mancare l’acqua di rete,chiaramente la pompa non entra in funzione, per cui l’asse del motore e della pompa si blocca, a causa della ruggine che si forma e sbloccarlo diventa un grosso problema. Vorrei sapere come si può fare per ovviare a questo incoveniente.In attesa di una
gradita risposta saluto e ringrazio,Camillo
stefano dice
aquesto tipo di autoclave poso metere 2 vazi di espansione?
Giuseppe dice
Buongiorno, chiedo come mai, dopo che ho eseguito tutto il mio impianto di riserva idrica, dopo che scatta l’auto clave, che quindi è’ a riposo, rimane un rumore continuo molto forte. Credo sia l’elettrovalvola che rimane accesa,. Forse non dovevo collegarla al presscontroll???
Posso avere uno schema dettagliato, sia elettrico che idraulico, di un impianto per una riserva idrica domestica tenendo conto che ho:
– cisterna
– autoclave
– press controll
– filtro
– elettrovalvola
Prendo l’alimentazione per riempire la cisterna dalla centralina del piano superiore.
Vi ringrazio.
A presto…Giuseppe
Paky dice
Il presscontrol ti fa restare la pompa azionata anche con una minima perdita d’acqua, anche se ti gocciola il wc
Mi è successa la stessa cosa
Luciano dice
Ho un serbatoio una pompa
Se la pompa la faccio partire con un interruttore cosa succederà
Francesco dice
Buongiorno ,il nostro acquedotto.fornisce acqua tutto l’anno a 4,2 bar ,in trenta anni è successo solo due volte che abbiano chiuso l’erogazione per poche ore ,abbiamo un impianto di autoclave come riserva idrica .Essendo la palazzina di due piani 9 metri di altezza siamo tenuti per forza a mettere in funzione l ‘impianto o per evitare sprechi di energia elettrica a possiamo tenere solo in stand-by ?La pompa a mio avviso dovrebbe partire solo in caso di mancanza di pressione da parte dell’acquedotto.