L‘intonaco è, per così dire, la “pelle” delle murature, ovvero uno strato di rivestimento murale che protegge i muri dagli agenti atmosferici e deve assolvere ad una funzione estetica molto importante che deve perdurare nel tempo. Intonaco: cos’è.
Intonaco: cos’è. Esso consiste in una malta composta sostanzialmente da una parte legante (indurente) che ingloba sabbia di dimensione granulometrica selezionata con diametro massimo in genere non superiore ai 2 millimetri. Allo scopo di migliorarne ed ottimizzarne le caratteristiche, questa viene poi miscelata con degli additivi, cioè particolari sostanze quali cellulosa, amido, fumo di silice ecc…
Distinzione intonaci in base al legante utilizzato
Gli intonaci vengono generalmente distinti sulla base della tipologia di legante utilizzato:
• Intonaco a base di calce, in cui l’unico legante è la calce idraulica (o forte), chiamata anche “cemento idraulico naturale” in quanto indurisce anche a contatto con l’acqua: questo tipo di intonaco può quindi essere tranquillamente utilizzato per costruzioni situate nelle immediate vicinanze di corsi o specchi d’acqua;
• Intonaco calce-cemento, in cui il legante è costituito da una miscela di calce aerea (detta anche calce idrata, o spenta, o grassello di calce) e cemento Portland, con prevalenza di calce; questi tipi di calce sono definite “grasse”, in quanto assorbono grandi quantitativi d’acqua, aumentando notevolmente di volume: possono essere pertanto utilizzate in prossimità di corsi o specchi d’acqua solo previa aggiunta di leganti in grado di diminuire questo assorbimento;
• Intonaco cemento-calce, in cui il legante è una miscela di calce idrata e cemento Portland, con prevalenza di cemento;
• Intonaco a base di gesso, in cui il legante è esclusivamente gesso.
L’intonaco, o più correttamente il corpo d’intonaco, forma un rivestimento compatto composto da più strati, ognuno con caratteristiche e funzioni diverse, che va a coprire la muratura con uno spessore generalmente compreso tra 1,5 e 2 centimetri; in casi particolari il suo spessore può però raggiungere anche i 10 centimetri.
Il primo strato a contatto con la muratura viene detto rinzaffo o abbozzo; esso ha la funzione di creare una sorta di “ponte di adesione” tra il corpo d’intonaco e la muratura e viene applicato in maniera non uniforme fino a rivestire circa il 60-80% della muratura: con la sua granulometria grossolana crea delle zone ruvide che serviranno da aggrappante per gli strati successivi. Tra i vari strati dell’intonaco, il rinzaffo è quello che presenta le più elevate resistenze alle sollecitazioni fisiche.
Il secondo strato è definito arriccio o arricciato o intonaco rustico, ha una granulometria media (circa 1,5 millimetri di diametro massimo) e viene applicato in spessori che variano da 1,5 a 2 centimetri, rivestendo così il ruolo di vero e proprio scheletro di tutto il sistema intonaco. Il suo principale compito è quello di uniformare la superficie delle murature, andando ad eliminare tutti gli eventuali difetti di planarità e verticalità; dato il suo spessore, esso costituisce anche un’efficace barriera protettiva configurandosi come struttura portante per gli strati successivi (intonaco di finitura o sistema collante-piastrella).
L’ultimo strato, detto intonachino. o velo, o intonaco civile (e la cui applicazione è generalmente definita stabilitura) ha sostanzialmente due funzioni: proteggere l’intonaco e renderlo esteticamente gradevole. Ha una granulometria fine, di diametro massimo inferiore agli 800 micron ed il suo spessore di applicazione è inferiore ai 3 millimetri.
Intonaco: Come sceglierlo?
La scelta dell’intonaco riveste una notevole importanza, non solo per i progettisti ed i costruttori, ma anche per gli utenti finali. Questi ultimi si trovano infatti a dover affrontare problematiche di manutenzione più o meno gravi conseguentemente alle scelte tecniche, talvolta errate, dei primi e spesso causate da una scarsa conoscenza delle caratteristiche dei materiali utilizzati.
Ormai per il progettista non esiste più nessuna opera di qualità che esuli dalla rispondenza a determinate specifiche dei materiali e dei componenti. Nel variegato panorama della produzione e delle proposte tecniche più avanzate, il dilemma al quale il progettista si trova a dover rispondere è quello relativo alla scelta ed ai criteri da adottare per poter individuare i requisiti e le tipologie di materiali più opportune in relazione ad ogni intervento.
Dal punto di vista tecnico l’intonaco fa parte della categoria delle malte e può contribuire all’isolamento termo-acustico dell’edificio, nonché ad aumentare la resistenza agli incendi ed a proteggere o a risanare dall’umidità i muri prevenendo le muffe ed i muschi.
Intonaco: consigli utili
Deumidificare una struttura muraria vuol dire eliminare, per evaporazione, l’acqua in eccesso ristabilendo un opportuno equilibrio igrometrico. Il risultato migliore può essere ottenuto applicando direttamente sulla muratura, precedentemente bonificata, un legante a base di calce idraulica naturale che possiede infatti delle caratteristiche fisiche e chimiche tali da poter garantire il miglior risultato, evitando stratificazioni e trattamenti preliminari.
Un buon intonaco isolante ed una stesura uniforme consentono infatti di risolvere i ponti termici creati fra materiali di conducibilità diversa e di assorbire l’umidità che si forma per condensa, evitando che questa penetri nei muri aggredendoli con muffe e muschi. Caratteristiche fondamentali degli intonaci devono dunque essere l’igroscopicità (ovvero la capacità di assorbire l’umidità dell’aria) e la traspirabilità, doti essenziali per una costruzione sana che faciliti l’evaporazione e prevenga l’emissione di sostanze nocive alla salute.
Intonaco: normative
Le malte per intonaco sono state di recente oggetto di specifiche norme tecniche tese a definirne le tipologie ed i requisiti fondamentali. Di seguito vengono riportate le principali normative di riferimento attualmente in vigore:
– L. 565 del 26/5/1965 sulle “Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici”
– D.M. del 31/8/1972 sulle “ Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati
cementizi e delle calci idrauliche”
– R.D. 16 novembre 1939, n° 2230, “Norme per l’accettazione delle pozzolane e dei materiali a
comportamento pozzolanico”.
– R.D. 16 novembre 1939, n° 2231, “Norme per l’accettazione delle calci”.
– UNI 5317 Pietra da gesso per la fabbricazione dei leganti
– UNI 8377 Leganti a base di solfato di calcio per edilizia. Gessi da intonaco. Requisiti e prove.
– Direttiva comunitaria 89/106/CEE in merito ai materiali da costruzione recepita in Italia dal DPR del 21/4/1993
– UNI EN 998-1:2004 Specifiche per malte per opere murarie — Parte 1: Malte per intonaci interni ed esterni
– UNI EN 459-1:2002: Calci da costruzione – Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità.
– EN 197-1:2000: Composizione, specifiche e criteri di conformità per cementi comuni.
– Regolamento 761/2001/CEE e sue successive modificazioni ed integrazioni, relativo al sistema di
gestione ed auditing ambientale (EMAS).
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