Da non sottovalutare nella progettazione la ventilazione naturale degli edifici
Ventilazione naturale degli edifici. Ci sono dei criteri generali nella scelta dell’orientamento di un edificio che se rispettati possono veramente garantire già di per se una buona base per un forte risparmio energetico oltre che una senz’altro più salubre abitabilità degli ambienti in tutti i periodi dell’anno.
Nello scegliere la localizzazione dei corpi di fabbrica residenziali, sia rispetto agli edifici esistenti, sia rispetto agli edifici in progetto, si deve tenere conto dell’influenza aerodinamica di un edificio rispetto all’altro. In particolare, si deve fare in modo, sempre in relazione alla ventilazione naturale degli edifici, che le facciate degli edifici residenziali in cui sono collocate, in prevalenza, le chiusure esterne permeabili (finestre apribili o griglie di ventilazione) non siano coperte – o lo siano in minima parte – dalla scia di ostacoli posti sopravento lungo la direzione prevalente del vento (nei mesi non invernali).
In via approssimativa si può considerare una profondità planimetrica variabile da 3 a 8 volte l’altezza dell’ostacolo stesso.
Ovviamente si tratta di una misura orientativa che può variare in funzione delle zone climatiche, delle aperture di facciata, dalla lunghezza e altezza degli edifici.
Occorre così valutare la configurazione geometrica, e i relativi rapporti dimensionali, di un corpo di fabbrica, nonché l’orientamento dello stesso rispetto alla direzione del vento prevalente e non solo in relazione alle semplici disponibilità volumetriche.
Qualora si sia interessati ad un edificio singolo il privato cittadino dovrebbe affidarsi, ai fini della ventilazione naturale degli edifici, alle analisi del progettista, cercando certamente di mediare con le esigenze e le intuizioni economiche dell’impresario che eseguirà i lavori.
Molto spesso un edificio che ha ottimali caratteristiche di ventilazione naturale può trovare un maggiore mercato rispetto ad uno che si trova in un agglomerato di palazzine organizzato confusamente e senza criteri di ventilazione.
Disposizione ideale e area delle aperture di facciata per la ventilazione naturale degli edifici.
Utilizzare come riferimento le dimensioni di finestratura minima previste dai regolamenti edilizi è assolutamente sbagliato è riduttivo. Queste risultano dimensionate per garantire i minimi livelli di ricambio d’aria ma non offrono nessuna garanzia in termini di criteri di illuminazione.
Il ricambio d’aria è un fattore importantissimo ai fini della qualità di vita e abitabilità degli ambienti.
Uno studio oculato della disposizione delle aperture che prescinda dalle solite simmetrie imposte e che invece prenda in considerazione la direzione dei venti che investono il lotto contribuisce sicuramente all’obbiettivo finale del ricambio energetico unitamente allo studio dell’irraggiamento delle stesse facciate e ai conseguenti sistemi di protezione solare.
Per ottenere valori di portata d’aria significativi al fine del ricambio – in periodi (non invernali) e luoghi in cui sia possibile utilizzare la risorsa vento – è necessario adottare sistemi a ventilazione passante orizzontale , caratterizzati da un flusso d’aria che attraversa uno o più locali, con immissione e uscita dell’aria da aperture collocate su pareti opposte o adiacenti (ma non complanari), collocate alla stessa altezza dal piano di pavimento. La portata d’aria realizzabile con tale tecnica è proporzionale all’area netta di apertura, all’angolo di incidenza del vento sul piano dell’apertura e alla differenza di pressione tra le due aperture.
Ventilazione naturale degli edifici – di Redazione
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