Raffrescamento naturale. Le condizioni climatiche estive del territorio italiano, sono caratterizzate da temperature superiori al livello limite della zona di comfort. Questa condizione tende ad aumentare a causa dell’effetto serra (+ 3÷5 °C nell’arco dei prossimi 50 anni) che provoca un riscaldamento globale del pianeta.
Raffrescamento naturale: rinfrescare in maniera naturale
Si sta investendo molto nel raffrescamento degli edifici a destinazione d’uso terziaria come uffici, locali commerciali, locali di pubblico spettacolo in cui l’utilizzo d’impianti di condizionamento, ma anche i relativi costi energetici, sono in continuo aumento.
Tale tendenza mette a rischio i benefici finora prodotti dalle politiche internazionali per la conservazione energetica, attuate dai Paesi industrializzati. Se non si inverte tale tendenza, in futuro si avrà un sempre crescente consumo di energia elettrica.
Rappresentano una soluzione per la limitazione di tale crescita le tecniche di raffrescamento naturale – vale a dire, di climatizzazione “estiva”, realizzata con minimo utilizzo di sole energie non rinnovabili.
Il raffrescamento naturale di un edificio si ottiene dissipando il calore in eccesso, tramite l’uso di pozzi termici naturali, quali: l’aria, il terreno, l’acqua, il cielo notturno.
Tecniche di raffrescamento naturale
Le principali tecniche di raffrescamento naturale sono raggruppabili nelle seguenti categorie:
– raffrescamento ventilativo, attuato con aria a temperatura più bassa di quella dell’ambiente da raffrescare;
– raffrescamento da terreno (diretto, se si produce per contatto tra involucro e terreno – come negli edifici ipogei – o indiretto, se realizzato attraverso canali interrati);
– raffrescamento evaporativo, basato sulla sottrazione del calore contenuto nell’aria immessa in un ambiente, tramite il passaggio della medesima attraverso contenitori (bacini, canali, fontane, serpentine), o getti nebulizzati d’acqua, che evapora;
– raffrescamento radiativo, attuato per dispersione notturna del calore trasportato da un fluido, mediante pannelli radianti rivolti al cielo notturno.
Tra le tecniche riportate, quelle che possono essere utilizzate nelle nostre zone climatiche sono:
• il raffrescamento naturale ventilativo della massa termica;
• il raffrescamento naturale per contatto diretto con il terreno;
• il raffrescamento naturale per contatto indiretto con il terreno (ventilazione attraverso canali sotterranei).
Quest’ultima tecnica é impiegabile come sistema ibrido, cioè integrato al sistema di climatizzazione artificiale, in edifici a destinazione d’uso non residenziali.
Tra le tecniche di raffrescamento, che utilizzano l’aria come pozzo termico, si privilegia quella con ventilazione notturna della massa termica – applicabile in edifici non residenziali – rispetto al raffrescamento ventilativo ambientale (con ventilazione, cioè, diurna o notturna, di un intero spazio), in quanto non solo più efficace ma anche utile in termini di riduzione dei carichi energetici.
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