Vizi evidenti e vizi nascosti nei lavori edili.
Quando si affida l’esecuzione di un lavoro edile o la realizzazione di un’opera, magari della propria casa, ad una ditta, tramite contratto d’appalto, è possibile vigilare sullo stato dell’arte prima e dopo i lavori per individuare eventuali vizi.
Errori o vizi da parte delle imprese edili e impiantistiche spesso generano controversie con i privati. Ma i committenti, per evitare incidenti o rischi, possono utilizzare lo strumento della verifica in corso di lavori o della verifica dopo l’esecuzione dei lavori. Chi paga ha infatti il diritto di ispezione al cantiere in qualsiasi momento, a proprie spese e senza creare disagi a chi lavora.
Se viene rilevato qualche sbaglio, qualche vizio di forma, il committente può chiedere alla ditta di porre rimedio in un arco di tempo ragionevole. Se non si agisce nei limiti imposti, il committente può rescindere il contratto e chiedere il risarcimento dei danni.
Le verifiche possono poi avvenire posteriormente, a lavoro terminato. Nel caso in cui il committente non individui alcun difetto durante i controlli, ma in realtà i problemi sono “evidenti” e riconoscibili, non ha alcuna possibilità di agire. Se invece i vizi si presentano solo in un secondo momento perché “occulti”, cioè difficili da individuare, scattano le garanzie di legge.
I vizi evidenti possono essere, per fare qualche esempio, un rubinetto malfunzionante o una porta installata al posto sbagliato. Per occulti si intende, invece, un tetto che perde acqua, scarichi che generano infiltrazioni, fondamenta che cedono dopo anni. Tra i vizi occulti rientrano anche quelli tenuti nascosti in malafede (quando ciò viene provato).
Vizi evidenti e vizi nascosti nei lavori edili
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Redazione
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