Manutenzione ordinaria. Cosa si intende?. Districarsi nei lavori di ristrutturazione per la propria casa non è cosa semplice, ma una volta tracciato il quadro completo sarà senz’altro meno complicato.
Quali sono gli interventi di manutenzione ordinaria?
Alla base di una guida per chi intende rifare il trucco alla propria abitazione, c’è l’art. 3 del Testo Unico dell’edilizia che divide i lavori di “ristrutturazione” in cinque categorie: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica.
Le leggi regionali e regolamenti comunali hanno cercato di descrivere queste definizioni, ma non possono modificarne il senso. Perciò la Corte Costituzionale ha stabilito, con una sentenza, che la definizione delle categorie di interventi edilizi è compito esclusivo dello Stato. Occorre quindi informarsi in comune sulla interpretazione vigente, poiché in caso di errori, potrebbe essere impugnata presso il TAR.
Ma entriamo nel vivo della questione: come si inquadra la categoria di un intervento? Se intendiamo ristrutturare un immobile, è necessario fare affidamento a un tecnico abituato a frequentare gli uffici urbanistici per accertare i regolamenti in vigore e capire in quale categoria rientrano le opere di recupero da eseguire, oppure fare un salto in municipio in prima persona.
Bisogna essere a conoscenza del tipo di autocertificazione che il committente deve presentare e quale tipo di permesso deve chiedere; qual è l’IVA sulle fatture dei lavori, se occorre versare denaro al comune e infine se l’intervento è fattibile o meno.
La manutenzione ordinaria nello specifico
Per chi si accinge a ristrutturare casa, è consigliabile seguire un’ordine: iniziamo a esaminare la manutenzione ordinaria: riguarda i lavori che non hanno bisogno di alcun permesso in comune e per i quali nulla si deve, in termini economici, all’amministrazione locale. Per tutti i comuni dello stivale la manutenzione ordinaria riguarda una serie di opere interne agli appartamenti, come la tinteggiatura, l’intonacatura delle pareti e la sostituzione dei pavimenti, piastrelle di bagno e cucina.
Lo stesso vale per la riparazione degli impianti: si tratta di sostituire i fili elettrici, i tubi dell’acqua o del gas, ma senza intervenire sugli impianti.
Opere diverse dalla manutenzione ordinaria
Diverso è, invece, il discorso per la sostituzione di infissi interni, abbattimento o spostamento di pareti non portanti e l’ampliamento di vani porta: alcuni regolamenti considerano questi interventi di manutenzione ordinaria ed altri invece li ritengono appartenenti alla manutenzione straordinaria.
Quanto all’esterno dell’edificio, poi, la tinteggiatura della facciata esterna, così come la rintonacatura, è considerata manutenzione ordinaria. Le situazioni variano però di città in città: ad esempio a Milano e a Bologna occorre usare materiali con le stesse caratteristiche e gli stessi colori di quelli preesistenti; a Firenze, invece, il comune dà la possibilità di scegliere tra i colori individuati per ogni zona.
Questi quindi i punti da tenere in considerazione per la prima categoria delle opere di recupero della nostra abitazione. Non resta che mettersi all’opera!
Manutenzione ordinaria. Cos’è – di Redazione
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