Nel momento in cui si vuole contestare al vicino la costruzione di un nuovo fabbricato o l’ampliamento di uno già esistente quali sono i rimedi giurisdizionali che possono essere attivati? Lavori edili del vicino: quali i rimedi
Lavori edili del vicino: quali i rimedi. Prima di elencare i vari rimedi occorre fare una distinzione nell’ambito dei titoli edilizi. Questi possono essere divisi in due gruppi:
– i titoli espressi, ossia i titoli edilizi che sono espressamente rilasciati dal Comune, come il permesso di costruire ordinario ed in sanatoria;
– i titoli taciti, ossia i titoli edilizi che si formano a seguito della mancata assunzione dell’ordine comunale di non compiere l’intervento, come la DIA, la SCIA , la comunicazione di inizio lavori, gli interventi liberi non soggetti ad alcun titolo edilizio.
Nei confronti dei titoli espressi i rimedi sono i seguenti:
1) la possibilità di presentare ricorso al Tar entro 60 giorni dalla conoscenza dei lavori;
2) la possibilità di richiedere al Tar che i lavori vengano sospesi in pendenza di giudizio;
3) la possibilità di chiedere al Tar un risarcimento danni da parte del Comune per l’illegittima attività edilizia comunque svolta.
Nei confronti dei titoli taciti i rimedi sono differenti e meno incisivi dei precedenti in quanto tali titoli edilizi non sono direttamente impugnabili. Quindi, di fronte a lavori eseguiti in base a titoli taciti i rimedi consistono in:
1) nel sollecitare il Comune a prendere provvedimenti inibitori nei confronti dell’attività edilizia ritenuta non conforme o abusiva;
2) nel ricorrere al Tar per chiedere che ordini al Comune di intervenire per impedire lo svolgimento dei lavori contestati (solo nel caso in cui si tratti di attività vincolata, il Tar può ordinare la cessazione dell’attività stessa);
3) nella possibilità di chiedere al Tar la condanna del Comune al risarcimento del danno per il suo ritardo nell’intervento.
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