Il tritarifiuti, altrimenti detto dissipatore, è un elettrodomestico utilizzato da gran parte delle famiglie americane. Arriva anche nel nostro paese, ma non rispetta l’ambiente
La funzione del tritarifiuti è semplicissima; viene posizionato sotto il lavandino e consente di triturare tutti i rifiuti organici, che poi terminano nel tubo di scarico.
Tra le utilità vantate da chi lo commercializza figura soprattutto l’eliminazione dei fastidi legati alla conservazione del rifiuto umido, ossia l’eliminazione degli odori sgradevoli derivanti dalla fermentazione della spazzatura umida tenuta in casa; potenziale riduzione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti a carico della famiglia; contribuzione all’incremento della raccolta differenziata; decisivo miglioramento qualitativo dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane; aumentando la possibilità di utile utilizzo dei fanghi stessi come ammendante in agricoltura.
Di converso gli svantaggi, ovviamente non pubblicizzati, sono altrettanto convincenti. Questo sistema di smaltimento dei rifiuti organici è il sistema ecologicamente meno efficiente in assoluto. Tale elettrodomestico, infatti, impedisce ai rifiuti organici di essere conferiti nella raccolta dell’umido per poi trasformarsi in utile concime per gli impianti di compostaggio. Le sostanze triturate attraverso il tritarifiuti, anche detto dissipatore, e convogliate nell’impianto fognario richiedono un lungo lavoro di decomposizione da parte dei batteri presenti nelle varie fasi del sistema di depurazione. Oltre a far lievitare il carico organico delle acque, infatti, questo sistema di smaltimento aumenta notevolmente la produzione di fanghi di depurazione, che sono lo scarto ultimo del depuratore, già difficili da smaltire in discarica o tramite inceneritore.
Non ultimo lo svantaggio del tritarifiuti, vista l’attuale situazione in Italia, dello spreco di acqua potabile.
Infatti, per far defluire gli scarti triturati lungo le tubazioni, è necessario far scorrere molta acqua. E si tenga conto che il dissipatore non riesce a ridurre gli scarti in parti così piccole da defluire senza problemi dall’impianto fognario domestico. E se il refluo dovesse poi scorrere senza intoppi nelle condutture interne, le fognature stradali non sono idonee a trasportare carichi di questo genere in quanto all’epoca non previsti.
Vi proponiamo in seguito un video sul funzionamento del tritarifiuti.
paolo dice
Non condivido affatto quest’articolo!
Sono felice possessore di un tritarifiuti da 2 anni e mi sono liberato dell’incubo dei rifuiti umidi, maleodoranti e impossibili da gestiure in casa per via della puzzolenti perdite di liquidi che sporcano il pavimento.
Non mi convince per nulla il discorso sui e quelòo dell’acqua potabile.
In ogni caso credo che sia ora di finirla con la raccolta differenziata “ad ogni costo” ossia a scapito delle persone costrette a raccogliere e conferire con modalità assurde questi rifiuti a tutto vantaggio non tatno dell’ambiente ma quanto delle società specializzate che utilizzano e riciclano “a costo zero” questi rifiuti facendoci del business!! Ricordiamoci che, per la raccolta di rifiuti da noi pagati, non ci viene corrisposto un centesimo a fronte dei lauti guadagni delle società di smaltimento con la materia prima “a gratis”!!
Annarita nobili dice
sono pienamente d’accordo, credo che i cittadini dovrebbero informarsi di piu’ su quali alternative ci sono per un riciclo responsabile, ma soprattutto pretendendo da chi ci obbliga a fare questo tipo di “riciclo forzato” che il denaro che incassano sia impiegato per migliorare la raccolta, anche appunto con i dissipatori alimentari. Su alcuni siti ci sono anche quelli che triturano plastica e metallo, riducendo di gran lunga i rifiuti. Cordiali saluti