Il pellet, considerato il materiale combustibile più economico e meno inquinante esistente, ha letteralmente invaso il mercato rischiando di soppiantare le altre forme di riscaldamento per ambienti causando una notevole perdita per le aziende produttrici di altri sistemi di riscaldamento e per i fornitori delle materie prime. Forse è da ricercare in questo fenomeno la causa della nascita di falsi e veri miti che ruotano intorno al pellet. Di seguito eccone alcuni tra i più comuni e per i quali abbiamo chiesto lumi al personale dell’azienda Da.Ri.Pa, rivenditori, tra l’altro, di pellet a Lecce:
1) Alcuni pellet, come quello austriaco, sono migliori di altri. Questo è un falso mito. Il pellet non si valuta dalla sua provenienza territoriale bensì dalle sue caratteristiche e dal potere calorifero.
2)Il pellet chiaro è migliore. Anche questo è un falso mito. Infatti il pellet considerato più idoneo al riscaldamento è quello realizzato con il legno di pino e quello di faggio. Il primo è chiaro, il secondo è più scuro ma entrambi sono considerati di qualità.
3) Il pellet è economico. Questa affermazione è verissima. Basti pensare che per ottenere il valore calorifero di due chili di pellet occorrono al contrario ben undici chili di petrolio. Bisogna però considerare i tempi di utilizzo di una stufa a pellet, perché ha un costo iniziale notevole che si ammortizza solo con l’uso continuato nel tempo.
4) Il pellet è ecologico. Anche questa affermazione è verissima. Sia perché il pellet (quello con la certificazione del prodotto allegata alla confezione) non contene sostanze chimiche che possono emanare esalazioni nocive alla salute dell’uomo e dell’ambiente durante la combustione, ma anche e soprattutto perché il pellet, quando brucia, non emette Co2, ovvero lo emette in maniera naturale alla stessa maniera in cui avviene durante la crescita di un albero.
5) Chi usa il pellet può avere aiuti finanziari. Questa notizia è falsa, almeno in Italia. Non sono previsti contributi per chi utilizza il pellet per il riscaldamento, nono stante il prodotto sia annoverato tra quelli appartenenti alle fonti rinnovabili. La notizia ha fondamento nella zona dei cantoni svizzeri.
6) Il pellet non ha umidità. Questa è un’infomazione corretta in parte. Il pellett, poiché viene realizzato con scarti di legno essiccato, ha una percentuale di umidità molto bassa, valutata intorno al dodici per cento. Va tenuto però in posti asciutti perché essendo un materiale legnoso teme l’umidità che ne compromette le qualità calorifere ed anche il buon funzionamento della stufa.
7)Il pellet è radioattivo. La notizia, parzialmente vera, è rimbalzata tra i consumatori a seguito di una partita, proveniente dalla Lituania, contaminata dal Cesio 137. Le indagini hanno accertato che è stato un caso isolato. Il caso insolito risale comunque a diversi anni fa. Il pellet oggi in commercio è assolutamente scevro da contaminazioni radioattive.
8) Il pellet puzza. Anche questo è un falso mito da sfatare. Il pellet, per la sua naturale consistenza non puzza. Emana al massimo l’odore tipico del legno con cui è prodotto. Se durante la combustione si percepisce del cattivo odore, questo può essere dovuto ad un cattivo funzionamento della canna fumaria, oppure ad un accumulo di cenere nel cassetto ed ancora al riscaldamento delle parti cromate della stufa. In questo caso il problema termina dopo i primi utilizzi. Altri eventuali cattivi odori possono provenire dalla combustione di un pellet di scarsa qualità contenente collanti o materie plastiche inserite per mantenere la compattezza del prodotto.
Lascia un commento