
Ormai più di qualcuno sembra optare per la stufa a pellet. Riscaldamento a pellet: come conservare il pellet
Conservazione del pellet. Chi ha modo di poterla acquistare non fa che parlarne bene: riscalda tutti gli ambienti, è igienica e sicura.
Al di là del prezzo, la qualità è assicurata, come anche la comodità. Il pellet lo si trova in sacchetti sigillati di plastica da 15 kg, facili da trasportare ed utilizzare; è quasi privo di umidità, quindi la combustione è pulita e completa, le canne fumarie si sporcano meno.

“Il serbatoio della maggior parte delle stufe consente da 50 sino a 80 ore di funzionamento a regime minimo, spesso sono sufficienti un paio di cariche a settimana. L’accensione è automatica e comandata da un cronotermostato che regola automaticamente temperatura e tempi di riscaldamento, ottimizzando il consumo”.
Ma attenzione, perché, per garantire un ottimo riscaldamento, il pellet, a sua volta, deve essere conservato in un luogo completamente asciutto, riscaldato e ventilato.
Di solito i sacchi che lo contengono sono termosaldati e questa protezione è studiata appositamente per difenderlo dall’umidità, ma una volta aperti sarà necessario prendere più di una precauzione. Ad esempio, evitate di appoggiare i sacchi a terra. Oppure conservate il pellet vicino alla stufa, in un contenitore di legno: come un vecchio baule o una cassapanca. In questo modo vi basterà prendere una paletta per mettere il pellet nella stufa.
Altra soluzione, per ambienti più spaziosi, potrebbero essere i silos, che sono strutture da posizionare in solaio o in cantina e sono generalmente fatte di tela con un telaio in metallo; e ancora gli esperti consigliano i serbatoi, fatti in materiale sintetico che li rende adatti anche ad essere interrati.
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