Cambio di residenza più veloce. Il decreto sulle semplificazioni del Governo Monti ha previsto regole più snelle e veloci per i cambi di residenza. Però tali nuove regole hanno bisogno di essere riviste alla luce della legge anagrafica in vigore dal 1989.
Si rende, dunque, necessario armonizzare le due normative di modo che non vi sia il rischio di sovrapposizione.
Infatti, il decreto semplificazioni prevede una procedura veloce, quasi immediata, per chi cambia residenza, ma anche per chi costituisce una nuova famiglia o si sposta all’interno di uno stesso Comune. Dalla richiesta di cambio di residenza basteranno ora solo due giorni perché il cambio sia effettivo, mentre la vecchia legge anagrafica (dpr n.223/1989) prevede che in caso di richiesta di cambio di residenza la procedura sia portata a termine entro un massimo di 45 giorni. Questo significa che in base alla normativa ancora in vigore, il nuovo Comune, presso cui si sposta la residenza, ha 45 giorni di tempo per effettuare tutte le verifiche necessarie e rendere poi effettivo il cambio di residenza.
E’ chiaro allora che vi è l’evidente necessità di armonizzare tale disposizione con quella del decreto semplificazioni secondo la quale il cambio diventa effettivo già decorsi due giorni dalla richiesta.
Per rendere compatibili le due normative il Governo si è preso 90 giorni di tempo, decorsi i quali non ci dovrebbero più essere il rischio di duplicazione di leggi.
Se allora da un lato il decreto semplificazioni ha previsto procedure più snelle e veloci, dall’altro la legge di stabilità ha previsto la c.d. decertificazione. Quest’ultima stabilisce il divieto di chiedere certificati che siano volti a provare stati, qualità personali e fatti.
La conseguenza di ciò sarà che al posto degli innumerevoli certificati sarà lasciato il posto ad altrettanti innumerevoli autocertificazioni.
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