
Se, a causa di motivi strutturali, non è possibile realizzare un camino tradizionale, sarebbe il caso di optare per i camini a bioetanolo. Sono ad alta tecnologia, con disegni molto decorativi, sono eleganti e funzionali. Inoltre sono posizionabili in qualsiasi parte dell’abitazione perché non richiedono canna fumaria, ne sistemi di alimentazione.
I camini a bioetanolo sono dotati di bruciatori che sviluppano dai 2 ai 4 kW di calore che contribuiscono al riscaldamento di locali fino ai 30/40 metri quadri.
Il combustibile utilizzato, in questi caminetti, è l’etanolo (alcool etilico denaturato). Si ottiene mediante un processo di fermentazione di biomasse di tipo cellulosico o di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali cereali, colture zuccherine, amidacei e vinacce.
Può essere utilizzato come componente per benzine o per la preparazione dell’ETBE (etere etilbutilico), un derivato ad alto numero di ottone. Inoltre può essere utilizzato nelle benzine in percentuali fino a 40% (50% di E85) senza modifica il motore.
Per camini e stufe a bioetabolo, è necessario utilizzare solo quello di qualità e certificato per l’utilizzo. Sarebbe anche opportuno pulire periodicamente il bruciatore del camino e risciacquarlo con acqua calda, al fine di evitare il deposito di particelle risultanti dalla combustione che possono produrre odori sgradevoli.
E ancora, è necessario garantire una corretta circolazione dell’aria nel locale dov’è acceso il camino ed è consigliabile far bruciare il prodotto sempre in condizioni di eccesso di ossigeno. In questo modo la combustione sarà migliore, si ridurrà il consumo del bioetanolo e la fiamma risulterà sempre viva, calda e inodore.
Camini a bioetanolo – di Elisabetta Paladini
Foto da crocispa.it
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