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La rendita catastale

16 Gennaio 2013 by Redazione Lascia un commento

rendita catastale

La rendita catastale. In base alla rendita catastale, ossia il reddito annuo di un immobile, si paga l’Irpef e l’Ici. Capiamo con quali criteri viene determinata e da chi!

 

La rendita catastale.

La formazione e la conservazione dell’inventario di tutti i fabbricati urbani spetta all’Agenzia del Territorio, nella quale sono confluiti i vecchi uffici del catasto. Se prima le pratiche per l’accatastamento degli immobili di nuova costruzione  o ristrutturati rientravano nelle mansioni dei funzionari del catasto, oggi è il proprietario che deve provvedere a tutti gli adempimenti del caso. Questo cambiamento è stato pensato al fine di accelerare i tempi burocratici, con la conseguenza che il contribuente si deve avvalere della consulenza di un professionista, come un geometra o un ingegnere il quale introduce le caratteristiche dell’immobile realizzato o modificato su un programma informatico (docfa) che calcola la rendita.

rendita catastale
L’Agenzia del Territorio, ricevuta la documentazione ed effettuati gli opportuni accertamenti, attribuisce la rendita catastale all’immobile. L’atto che attribuisce o modifica la rendita catastale ha efficacia solo se l’Agenzia notifica i dati al contribuente, il quale, in caso di scorrettezze, può presentare ricorso entro 60 giorni dalla notifica stessa.

La rendita catastale.

Parametri presi in considerazione per la determinazione della rendita:

1.     Il Comune o, per i più grandi, zona censuaria dello stesso.
2.     La categoria catastale, ossia la destinazione ordinaria dell’immobile (vedi tabella delle categorie catastali).
3.     La classe, definita in base alla dotazione di servizi dell’immobile, la posizione e la finitura dello stesso. Si comincia dalla uno per gli immobili a reddito inferiore e si va via via a salire.
4.    La consistenza dell’immobile che si calcola in vani utili per gli immobili di categoria catastale A, metri cubi per categoria catastale B, metri quadri per categoria catastale C.

La rendita catastale.

Si precisa che il vano è lo spazio tra soffitto e pavimento delimitato da muri che nell’immobile ha una destinazione principale. Volendo fare un esempio su di un alloggio di comune abitazione, i vani sono le camere da letto, il soggiorno, la cucina, lo studio e simili. Quei locali che sono funzionali all’alloggio, come i bagni, la dispensa, l’ingresso e simili sono considerati come accessori diretti e calcolati come 1/3 di vano. Gli altri locali accessori, come lo stenditoio, la lavanderia, la cantina o la soffitta, sono considerati complementari all’alloggio e calcolati come ¼ di vano.

A ogni classe della categoria A. B, o C corrisponde una tariffa d’estimo, ossia la rendita catastale riferita all’unità di misura di riferimento.

Volendo fare un esempio sul calcolo della rendita catastale di un piccolo appartamento dovremo fare questo tipo di operazione:
•    Categoria catastale: A2
•    Comune
•    Classe: 5
•    Tariffa: 268 Euro per vano utile
•    Consistenza: una cucina ( 1 vano), due camere da letto (2 vani), un soggiorno (1 vano), un bagno (1/3 di vano), un ingresso (1/3 di vano), una dispensa (1/3 di vano). Totale 5 vani.

Rendita catastale = 268 Euro x 5 = € 1.340,00

rendita catastaleLa rendita catastale.

Questi dati, necessari al calcolo della rendita catastale del vostro immobile, li potete reperire attraverso il certificato catastale che si può richiedere presso l’ufficio provinciale dell’Agenzia del territorio. Tenete conto che il certificato catastale ha un costo medio di 30 Euro. Allo scopo potrebbe essere sufficiente anche una semplice visura catastale al costo medio di 2 Euro a foglio. La richesta può essere fatta attraverso diverse chiavi di ricerca: per esempio per immobile se conoscete i dati identificativi catastali o per soggetto fornendo i dati anagrafici del proprietario.

Ricorso

Se ritenete che la rendita catastale del vostro immobile sia troppo elevata potete fare ricorso contro l’Agenzia del territorio presentandolo alla Commissione tributaria provinciale competente entro 60 giorni della notifica della rendita. Gli indirizzi possono essere ricavati dal sito www.finanze.it o dalla normale guida telefonica. Il ricorso deve indicare il nome della commissione a cui si rivolge, i motivi e l’oggetto della domanda, l’indicazione dell’atto della notifica e i dati del ricorrente. Il ricorso deve essere spedito con raccomandata a/r alla Commissione. Nel caso la Commissione tributaria regionale non accolga a torto le richieste si può ricorrere alla Commissione regionale.

La rendita catastale.

Si ricordi in fine che per il calcolo delle tasse le rendite catastali sono rivalutate di una determinata percentuale. In generale, ai fini dell’IRPEF il reddito dei fabbricati è dato dalle rendite catastali rivalutate del 5 %( riferendoci al nostro esempio il calcolo da fare è: 1.340,00 x 1.05= €1.407,00).
L’aliquota ICI invece viene applicata dai comuni e la rendita oltre ad essere rivalutata del 5 %, deve essere moltiplicata per 100 per le categorie catastali A, B e C (escluso le categorie A10 e C1).
Comunque sono previste diverse ipotesi a seconda che:
•    SE L’IMMOBLILE POSSEDUTO E’ L’ABITAZIONE PRINCIPALE
•    SE L’IMMOBILE E’ TENUTO A DISPOSIZIONE
•    SE L’IMMOBILE VIENE AFFITTATO

La rendita catastale – di Redazione

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