La crisi c’è e si sente. Prima la crisi del credito, poi la crescente diminuzione del potere d’acquisto, stanno letteralmente distruggendo il mercato immobiliare italiano. Cedolare secca affitti: contratti di locazione in aumento.
Cedolare secca affitti: contratti di locazione in aumento. I pochi che possono ermettersi un mutuo, hanno preferito comprare delle case con un costo minore, accontentandosi così di immobili a più bassa metratura.
Ma non solo, sembra che i contratti di locazione sono in incessante aumento: in particolare, sarebbero quasi 200mila i contratti di locazione in più registrati nel biennio 2011 e 2012, a fronte di circa 2.800.000 nuovi contratti di locazione registrati, ne risultano circa 800.000 con opzione per la cedolare secca (circa il 27%”).
“Nel 2010 – si rileva dalla nota ministeriale – sono stati registrati 1.252.398 contratti di locazione ad uso abitativo. Nel 2011 – anno nel corso del quale è stata introdotta la cedolare – i contratti di locazione registrati sono stati quasi centomila in più, attestandosi sulla cifra di 1.346.793.
Nel 2012, il numero dei contratti di locazione registrati è ulteriormente aumentato, portandosi a 1.445.296 (quasi centomila in più rispetto al 2011 e quasi duecentomila in più rispetto al 2010). Con una tendenza all’incremento che – riferisce sempre il Ministero – è confermata anche nei primi quattro mesi del 2013. Da ultimo, anche la percentuale di contratti registrati con opzione per la cedolare è in aumento, essendo passata dal 21% del 2011 al 32% del 2012”.
La normativa sulla cedolare secca “entrata in vigore nell’aprile 2011, permette ai proprietari immobiliari di beneficiare di un’aliquota di vantaggio fissa al 21% sui redditi percepiti dalle locazioni immobiliari (19% nel caso di canone concordato), sottraendo questi ultimi dal reddito totale imponibile. In particolare, la cedolare secca sostituisce: l’Irpef e le relative addizionali, l’imposta di registro, l’imposta di bollo. E ancora: l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione; l’imposta di bollo, se dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto
E non finisce qui. Tale normativa ha introdotto anche un’importante novità: la possibilità per gli inquilini di denunciare il proprietario di casa (in caso di affitto in nero) ottenendo in cambio per almeno quattro anni un affitto a canone concordato, normalmente circa un quarto di quanto pagato prima”.
E oggi, se è vero come certificato dallo stesso Ministero dell’Economia, che i benefici in termini di entrate del regime fiscale preferenziale varato nel 2011 dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono stati decisamente inferiori alle aspettative, il significativo incremento del numero di registrazioni fotografa nei fatti una probabile emersione di contratti precedentemente irregolari.
Nel frattempo, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, cerca di dare delle dritte su come far tornare i risparmiatori italiani ad investire in case: “Bisogna ridare redditività all’affitto, mentre sugli immobili locati grava oggi una fiscalità ben superiore a quella delle imprese…si deve ricreare la fiducia, che oggi manca, in una ripresa del mercato immobiliare, ucciso dalla fiscalità smodata varata a suo carico negli ultimi tempi. Prioritario, perché si ricrei l’investimento in immobili, è che l’affitto dei proprietari diffusi torni ad avere una sua redditività, con l’eliminazione della persecuzione fiscale che ha subito”.
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