Cosa accade nel caso in cui il chiamato non può o non vuole succedere? Eredità: se l’erede non vuole o non può succedere
Individuare l’erede se il chiamato non vuole succedere. La legge prevede anche la disciplina del caso in cui il chiamato all’eredità per successione testamentaria o, in mancanza, per legge, o del caso di colui che accettando l’eredità del defunto non voglia o non possa poi divenire erede.
Si tratta delle ipotesi in cui ad esempio il chiamato non voglia succedere nell’eredità in quanto essa è gravata da debiti o ancora del caso in cui l’erede, indicato nel testamento, muoia prima del de cuius.
Per far fronte a questi problemi la legge ha previsto una serie di istituti sostitutivi che entrano in gioco nel momento in cui l’erede non vuole o non può succedere.
Tali istituti sono: la sostituzione, la rappresentazione e l’accrescimento.
LA SOSTITUZIONE
La sostituzione può essere prevista nel caso in cui il defunto abbia disposto dei propri beni per testamento. Egli può prevedere nel testamento che, se l’erede o il legatario non vogliono succedere o non possono succedere perchè ad esempio deceduti prima, l’eredità si devolve ad un altro soggetto che subentra al primo chiamato. E’ quindi il testatore a poter indicare nel testamento un altro soggetto che subentra nel caso in cui il primo non vuole o non può succedere. Si parla in tal caso di sostituzione ordinaria.
LA RAPPRESENTAZIONE
Si ricorre alla rappresentazione nel caso in cui il defunto non ha fatto testamento e l’erede o il legatario non vuole o non può succedere. Si fa luogo alla rappresentazione che prevede che un altro soggetto succeda nell’eredità al posto del chiamato che non vuole o non può succedere alle seguenti condizioni:
– che il primo chiamato abbia discendenti legittimi o naturali;
– che il primo chiamato sia figlio legittimo, legittimato, adottivo o naturale del defunto oppure fratello o sorella del defunto.
Se tali condizioni sono soddisfatte, i discendenti del primo chiamato (rappresentanti) subentrano nel grado e nel luogo del loro ascendente (rappresentato) che non vuole o non può succedere nell’eredità del defunto.
L’ACCRESCIMENTO
Si fa luogo all’accrescimento se non opera né la sostituzione né la rappresentazione.
L’accrescimento consiste nel fatto che la quota originariamente destinata ad uno dei coeredi si espande in capo agli altri coeredi nel caso in cui il primo non vuole o non può accettare l’eredità. Perchè operi l’accrescimento sono necessari i seguenti presupposti:
– che siano stati istituiti più eredi con uno stesso testamento;
– che siano stati istituiti più eredi nell’universalità dei beni, senza la determinazioni di parti o in parti uguali.
Per fare un esempio si pensi al caso del padre che lasci ai suoi quattro figli, per testamento, in parti uguali il suo patrimonio pari a 500mila euro. Se uno dei suoi figli rinuncia all’eredità o non può accettare perchè premorto e nel testamento non è indicato un sostituto e non ricorrono nemmeno le condizioni per la rappresentazione, allora opera l’accrescimento. Ossia, la quota del figlio che non vuole o non può succedere si espande automaticamente in capo agli altri 3 fratelli.
LA SUCCESSIONE LEGITTIMA
Infine, se neanche con quest’ultimo istituto si arriva ad individuare l’erede, l’ultimo criterio che residua è quello delle norme in tema di successione legittima. Infatti, se i parenti più stretti non vogliono o non possono succedere, la quota loro spettante si trasmette ai parenti del defunto di grado più lontano. Se non succede nessun parente entro il 6° grado, succede lo Stato.
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