Con il termine prestazione energetica o efficienza energetica di un edificio si intende la quantità annua di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere occorrente per soddisfare i bisogni connessi ad un uso standard dell’immobile. Le classi energetiche.
Le classi energetiche. Il D.M. 26 giugno 2009 contiene le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, in conformità a quanto previsto dalla direttiva 2002/91/CE.
Gli obiettivi della certificazione energetica degli edifici sono due.
Il primo è quello di migliorare la trasparenza del mercato immobiliare provvedendo a fornire in tal modo ai compratori ed ai locatari di immobili un’informazione oggettiva e trasparente sulle caratteristiche e le spese energetiche dell’edificio.
Il secondo è quello di informare e rendere coscienti i proprietari degli immobili circa il costo energetico relativo alla conduzione del proprio immobile in maniera da incoraggiare interventi migliorativi dell’efficienza energetica.
Si può dire, dunque, che dal punto di vista privato lo scopo della certificazione energetica è di contenere i costi energetici che una famiglia deve sostenere annualmente, mentre dal punto di vista collettivo è la salvaguardia dell’ambiente, tramite la limitazione nella produzione di agenti inquinanti nocivi anche per la salute umana, oltre che per l’ambiente.
Le classi energetiche: classi di appartenenza
Dell’attestato di certificazione energetica abbiamo già ampiamente parlato. In questa sede ci occupiamo invece di esaminare le sette classi di appartenenza energetica.
– CLASSE A. Gli edifici appartenenti alla classe A sono quelli migliori dal punto di vista della efficienza energetica. Un’immobile di tal genere, oltre agli interventi base previsti per un immobile inserito nella classe C e alla sostituzione degli infissi che fa raggiungere la classe B, prevede un forte investimento, avente un ritorno economico una volta che siano trascorsi circa 10 anni, consistente nella creazione di un cappotto esterno all’edificio di spessore di almeno 10 cm. Consumi stimati 16-30 kWh/mq/anno.
– CLASSE B. Negli edifici in classe B gli interventi si aggiungono a quelli già realizzati per gli edifici in classe C, ma i tempi per ottenere un ritorno economico vanno dai tre ai dieci anni che diventano 5-6 anni grazie alla detrazione del 55% prevista dalla finanziaria 2009. Perché un immobile possa raggiungere la classe B occorre agire sull’involucro esterno dell’edificio con la sostituzione di tutti i serramenti. Consumi stimati 31-50 kWh/mq/anno.
– CLASSE C. Gli immobili in classe C prevedono interventi impegnativi quali l’installazione di valvole termostatiche a bassa inerzia su tutti i caloriferi, sostituzione della pompa di circolazione per la riduzione delle portate e dei consumi elettrici, l’isolamento del sottotetto con almeno 10 cm di isolante termico, nonché l’installazione di una nuova caldaia a condensazione. Consumi stimati: 51-70 kWh/mq/anno.
– CLASSE D. Gli edifici in classe D sono in una situazione analoga a quelli in classe E con la sola differenza di avere una miglior coibentazione del tetto e un maggiore spessore dei muri esterni. Consumi stimati: 71-90 kWh/mq/anno.
– CLASSE E. Appartengono a tale classe la maggior parte degli edifici costruiti da più di 10 anni ma non più di 30. La qualità costruttiva è piuttosto bassa anche se si possono intravedere alcuni accorgimenti quali la coibentazione del tetto, effettuata però mediante materiali e tecniche non particolarmente efficienti. Consumi stimati: 91-120 kWh/mq/anno.
– CLASSE F e G. Gli edifici aventi tale classe energetica di solito dispongono di una caldaia piuttosto obsoleta, a volte a gasolio. Mancano le valvole termostatiche, la pompa di circolazione, opportuni isolamenti termici e infissi volti a garantire risparmio energetico. Consumi stimati per la classe F: 121-160 kWh/mq/anno. Consumi per la classe G: oltre 160 kWh/mq/anno.
Recentemente è stata emanata una direttiva Ue, la 2010/31/Ue del 19.5.2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia che ora deve essere recepita dagli Stati membri. La direttiva illustra un quadro comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici che sarà differenziato a seconda del tipo di uso che si fa dell’immobile.
La direttiva richiede agli Stati membri che la costruzione e la ristrutturazione di vecchi immobili sia effettuata in maniera tale che le prestazioni dell’immobile risultino avere un consumo energetico quasi zero.
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