Come scegliere un buon pellet. Il suo successo è legato a quello delle stufe e caldaie che lavorano grazie alla sua combustione, e vista l’enorme diffusione di questi sistemi di riscaldamento, anche il mercato di produzione del pellet stesso si è enormemente allargato.
Oggigiorno è perciò difficilissimo sapersi orientare nella scelta di un buon pellet vista l’enorme quantità di prodotti in circolazione. Per prima cosa quando si sceglie un prodotto è bene fare attenzione a ciò che è scritto sull’etichetta e allo stato del prodotto.
Sull’etichetta troviamo queste indicazioni:
• Tipo di legna usato, provenienza e anno di produzione
• Percentuale del residuo di ceneri e di altre sostanze
• Potere calorifico
• Percentuale di umidità
• Caratteristiche dimensionali
La prima caratteristica da considerare è il legno da cui è ricavato il pellet. Il pellet migliore è quello prodotto dal legno di Faggio e Abete. Come erroneamente si crede, il colore non è una caratteristica che definisce la qualità del pellet. Il colore dipende dal legno d’origine, per cui bisogna verificare che ci sia una corrispondenza in tal senso.
Un’alta percentuale del residuo di ceneri non è una buona caratteristica, può causare problemi alla stufa e la combustione genera dei fumi pesanti, cioè in cui sono presenti polveri, e inoltre può indicare la presenza di materiale non combustibile all’interno del pellet stesso.
La presenza di elementi come il cloro, l’azoto e lo zolfo può indicare la presenza di corteccia, colla, plastica, additivi organici ed inorganici e di preservanti chimici. Perciò un elevato contenuto di queste sostanze potrebbe essere indice della scarsa qualità della materia prima. Invece la presenza di legno di conifere è dovuta alla scarsa presenza di lignite nei legni duri quali faggio e rovere, per questo durante il processo di lavorazione si aggiunge questo tipo di legno.
La lignite presente nelle conifere permette al pellet di compattarsi senza l’aggiunta di additivi. Il potere calorifico, che si trova espresso in MJ/kg o in kcal/kg o kWh/kg, indica la quantità di energia generata dalla combustione dell’unità di massa. Questo valore può variare tra i 4,5 e i 5,5 kWh/kg, e ovviamente più alto sarà questo valore migliore sarà la resa del prodotto.
Esistono in commercio dei pellet realizzati con l’utilizzo di biomasse, come il mais, che aumentano la resa in termini di potere calorifico ma danno un residuo di ceneri notevolmente maggiore che può danneggiare la stufa a pellet. Questo tipo di pellet è perciò poco adatto per le comuni stufe, ma è più indicato per le grandi caldaie.
Infine è sempre bene prestare attenzione allo stato del prodotto. Un buon pellet deve sempre avere forma e diametro regolari, e la sua superficie deve essere liscia e levigata, in quanto un pellet regolare garantisce una resa regolare della stufa che lo consuma.
Inoltre all’interno del sacco non deve esserci troppa polvere, questo potrebbe essere indice di un pellet non puro o di un assorbimento di umidità da parte del materiale. Esistono delle certificazioni che attestano la qualità del prodotto; a livello italiano c’è l’attestazione Pellet Gold che è una certificazione che i produttori ottengono se il loro prodotto rispetta dei canoni di qualità che vengono attestati in seguito a dei controlli da parte di personale specializzato.
Ilaria Barabino
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