Il compromesso: registrazione e costi. Il compromesso, meglio noto come preliminare di compravendita, altro non è che un contratto sottoscritto dal venditore e dall’acquirente prima dell’atto pubblico o rogito.
Il compromesso: registrazione e costi.
Si tratta di un documento che può essere redatto alla presenza di un notaio o sotto forma di scrittura privata; alla sua sottoscrizione, il venditore deve garantire a chi acquista che l’immobile sia libero da vincoli all’atto finale, mentre quest’ultimo deve richiedere e ricevere tutti i documenti inerenti la casa oggetto di acquisto (atto di provenienza, visure e planimetrie catastali, regolamento di condominio, eventuale contratto di mutuo, etc.,).
Se la trattativa di compravendita è gestita da un’agenzia immobiliare, corre l’obbligo di registrare il compromesso e quindi depositarlo presso l’Ufficio del Registro, dietro pagamento di una tassa di registrazione.
In genere, per dare maggiore impegno a tale contratto, l’acquirente si impegna a consegnare una somma di denaro, definita caparra (o acconto).
Vediamo quali sono i costi che un compromesso (preliminare di compravendita) comporta:
prima di tutto esso va registrato entro 20 giorni dalla sottoscrizione e su ogni foglio va apposta una marca da bollo di 14,62 euro;
viene versata la cosiddetta imposta di registro (fissa) pari a 168,00 euro + le imposte proporzionali sulle somme versate a titolo di caparra;
se la vendita è soggetta ad imposta di registro, la quota da versare sarà pari al 3% dell’acconto; qualora essa sia soggetta ad iva, sarà necessario emettere fattura del relativo importo di caparra (iva compresa) e la relativa aliquota che la legge prevede per la vendita;
se si tratta di prima casa questa sarà pari al 4%, se seconda casa del 10%, se casa di lusso il 20%.
L’imposta di registro versata sull’acconto potrà essere detratta da quella dovuta al momento dell’atto definitivo, soltanto in caso di vendita non soggetta ad iva.
Il compromesso: registrazione e costi– di Stefania Guerrera
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