
Confindustria e le 5 regole per uscire dalla crisi e ripartire
Confindustria e le 5 regole per uscire dalla crisi e ripartire. “La crisi brucia 539mila posto, e nel settore manifatturiero il numero di occupati è sceso di circa il 10%, e “le imprese italiane saranno probabilmente costrette a tagliare ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi”, sostiene il Centro studi Confindustria.
Eppure nonostante questo “quadro” deprimente, stando agli esperti, l’Italia avrebbe ancora delle carte da giocare. Da qui il rilancio del Progetto per l’Italia, in cui Confindustria propone cinque idee per il rilancio del Paese:
1-avviare una capillare opera di semplificazione normativa e di ‘sburocratizzazione’ del Paese, al fine di avere una governance pubblica snella, un quadro normativo leggero, chiaro e prevedibile;
2-tagliare i costi per le imprese e aumentare la produttività con un fisco più leggero, semplice e meglio distribuito, riducendo di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere e detassando i salari di produttività”.
3- ridare liquidità all’economia pagando al più presto tutti i debiti della pa e sostenere l’accesso al credito delle Pmi rafforzando e migliorando gli strumenti già disponibili”.
4 – attuare un patto generazionale che favorisca da un lato il ricambio tra le generazioni e dall’altro la coesione sociale, magari ripristinando meccanismi di incentivazione all’esodo e parallelamente introdurre altri, come sgravi fiscali, per dare lavoro a giovani e donne, in articolare nel Sud Italia“.
5- detassare gli investimenti in ricerca e innovazione e favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non.
«Tutto il Paese deve credere nell’obiettivo dell’alta crescita e rimboccarsi le maniche», commenta il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Se non si interviene subito per invertire la rotta, sostiene, «rischiamo di vedere ulteriori defezioni», ma «ce la possiamo fare. Il Paese deve agire perché non può «perdere il treno della ripresa. Abbiamo fatto cose straordinarie in questo dopoguerra e non possiamo arretrare». Tra i capitoli su cui agire in fretta, cita quello dei giovani. «I loro problemi sono i problemi del Paese, l’ultimo dato sulla disoccupazione è agghiacciante e inconcepibile».
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