L’Italia è ancora nel tunnel della crisi e i bilanci delle famiglie sono sotto pressione. Consumi in diminuzione. Coop: “No all’aumento dell’Iva”
Consumi in diminuzione. Coop: “No all’aumento dell’Iva”. Dal Rapporto Coop 2013 «Consumi e distribuzione» risulta che gli italiani stringono la cinghia in ogni settore, dagli alimenti all’ arredamento, viaggi, calzature e vestiario.
La spesa alimentare, se calcolata su valori reali, sembra tornata ai livelli degli anni 60. La media della spesa pro capite si attesta intorno ai 2400 euro (un valore inferiore a quello del 1971, a parità di valore della moneta), e alla fine del 2013 il calo in quantità rispetto ai valori pre-crisi del 2007 raggiungerà quota -14%.
Oggi sono circa 3 milioni le famiglie che non riescono a permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni.
Non solo, stando al rapporto Coop, l’italiano medio rinuncia persino ai vizi: i consumi di vino registrano un calo del 4%, il numero di sigarette fumate scende del 14% in due anni, gli italiani si negano anche l’innocente piacere del caffè (il comparto caffè-the-cacao registra una flessione a valore pro capite in 6 anni del -21%),
E tutto questo sembra che continuerà anche nel 2014. “Nessun ottimismo per il prossimo futuro –si legge nella nota- Infatti, nonostante veniamo da anni di flessioni elevate, la ripresa dei consumi alimentari e non alimentari non ci sarà: la stima Coop per il prossimo anno è di un ulteriore -0.5% nel food e -6,1% nel non-food”.
Quale potrebbe essere la soluzione? “E’ necessario un forte sostegno alla domanda interna, un’azione decisa da parte del governo. Non si possono caricare ulteriormente nuove tasse sui consumi, e per questa ragione siamo fortemente contrari a un nuovo aumento dell’IVA”, dice Marco Pedroni, presidente della COOP .
In merito a un possibile aumento dell’aliquota è intervenuto anche il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi:
“Se l’aumento previsto dal prossimo mese di ottobre non verrà scongiurato, i consumatori italiani si troveranno a subire l’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i principali paesi dell’area dell’euro, con il pericolo che questa decisione penalizzi ancor più la domanda interna che in questi ultimi anni ha subito delle contrazioni pesantissime. Si pensi che nel 2012 i consumi delle famiglie italiane sono crollati del 4,2% e quelli relativi ai beni durevoli quasi del 13%”.
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