In molti circostanze il passaggio ad un impianto autonomo può risultare troppo costoso, difficoltoso od impossibile e conviene quindi mantenere il sistema centralizzato già esistente; anche il riscaldamento centralizzato comunque, se realizzato in modo corretto e soggetto ad una periodica manutenzione, può rivelarsi positivo e vantaggioso. Impianto centralizzato in condominio
Impianto centralizzato in condominio. Se si tratta di una nuova installazione il prezzo iniziale di un impianto centralizzato è nettamente meno dispendioso a livello economico rispetto alla somma dei prezzi dei singoli impianti domestici, anche la vita della caldaia comune è più longilinea rispetto a quelle autonome, l’installazione e i lavori richiesti più facili ed inoltre non c’è necessità di occuparsi individualmente e direttamente delle operazioni di manutenzione dell’impianto di riscaldamento: la responsabilità è infatti solitamente delegata all’amministratore condominiale che a sua volta affida il compito ad un terzo responsabile, una ditta specializzata, che deve rispettare le scadenze previste per i controlli.
Come vengono però ripartite le spese dell’impianto centralizzato all’interno del condominio?
In anzi tutto anticipiamo che i costi della suddetta manutenzione e dei controlli periodici obbligatori sono ovviamente inferiori rispetto alle spese che affronteremmo con un sistema di riscaldamento autonomo; in genere le spese dei consumi vengono ripartite fra tutti i condomini dell’edificio secondo i “millesimi di calore” che non corrispondono ai “millesimi di proprietà” ma sono stabiliti secondo differenti criteri. Questi tengono conto infatti della cubatura di ogni appartamento, del numero di radiatori dell’unità immobiliare, della loro superficie totale e della sua esposizione: a parità di cubatura ad esempio un appartamento esposto a Nord sarà sottoposto a spese maggiori rispetto quello esposto a Sud.
Il riscaldamento condominiale con un’unica caldaia comune richiede particolari attenzioni, se ad esempio l’impianto è di vecchia data può avere tubazioni coibentate in malo modo e quindi comportare ad anomalie di funzionamento, queste sono riscontrabili anche se l’impianto è stato progettato senza tener conto dell’efficienza energetica.
Impianto centralizzato in condominio. Il problema solitamente più comune è la differenza che si può verificare tra la temperatura interna fornita ad un appartamento rispetto ad un altro: quelli ai piani medi e centrali risultano essere più caldi rispetto a quelli al primo ed ultimo piano così come sono più freddi anche quelli esposti al Nord. In alcuni casi, poi, la resa della caldaia è ridotta anche per colpa delle dispersioni termiche: a differenza infatti degli impianti autonomi che riscaldano solamente l’appartamento in cui sono installati, quelli centralizzati hanno tubazioni che apportano calore anche verso androni, vani scala e cantine.
Al fine di scaldare meglio le singole unità immobiliari si può ricorrere a soluzioni come la contabilizzazione del calore oppure l’adeguamento, o in maniera più definitiva, la sostituzione della caldaia stessa.
Vedi anche: Riscaldamento in condominio, tipi di riscaldamento; riscaldamento in condominio, caldaia autonoma.
Impianto centralizzato. Riscaldamento in condominio – di Veronica Moretti
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