Al fine di isolare un edificio, in edilizia vengono utilizzati una serie di isolanti di sintesi che richiedono un certo trattamento chimico, ma sono facili da ottenere ed hanno anche un costo abbastanza contenuto. Isolamento casa: gli isolanti sintetici.
Isolamento casa: gli isolanti sintetici. Tra gli isolanti sintetici che vengono utilizzati più spesso si possono annoverare i seguenti.
– Argilla espansa. Viene ottenuta mediante cottura di sferette d’argilla in forni rotativi ad una temperatura di 1.200°C. Ha il pregio di essere inattaccabile da parassiti, non infiammabile, resistente nel tempo e riciclabile nel calcestruzzo. Per contro la sua estrazione ha un forte impatto ambientale. Indicata per pavimenti, sottotetti non abitabili, intercapedini.
– Isolante minerale espanso. Viene prodotto con idrato di calcio, cemento e sabbia quarzosa. Le materie prima vengono così mescolate, impastate con acqua e fatte espandere a pressione negli stampi. Tale isolante permette di ottenere dei pannelli molto leggeri e resistenti alla pressione. Indicato per le intercapedini, le pareti esterne e l’ultimo solaio.
– Silicato di calcio. Si utilizza sabbia quarzosa e calce e poi si arma con cellulosa al fine di produrre pannelli a base di silicato di calcio. Indicato per le pareti interne ed esterne.
– Perlite espansa. Si ottiene dalla perlite vulcanica che viene frantumata ed esposta a una temperatura di 1.000°C: a questo punto l’acqua si trasforma in vapore facendo gonfiare il materiale. Ha il pregio di avere proprietà antiumidità. Indicato per intercapedini e per ultimo solaio.
– Lana roccia. Si tratta di un materiale che viene prodotto a partire da materie prime naturali, fibre naturali, con legante a base di formaldeide. Ha bisogno di una barriera al vapore in quanto l’umidità aumenta la sua conducibilità termica. E’ fonoassorbente. Indicato per ultimo solaio, intercapedini, pareti esterne, tubazioni.
– Polistirene espanso. E’ il c.d. polistirolo, ha un costo molto ridotto, è leggero ed efficace specie alle alte densità. Il polistirene si ricava dal petrolio e dal metano che danno lo stirene; quest’ultimo viene poi trasformato in polistirolo attraverso polimerizzazione con l’aggiunta di altre sostanze. Indicato per scantinati, pareti esterne,intercapedini, ultimo solaio, travi portanti.
– Pomice. Si tratta di una roccia vulcanica con buone proprietà fonoassorbenti, inattaccabile da parassiti, non infiammabile, traspirante e priva di sostanze tossiche per la salute. E’ riutilizzabile come inerte nel calcestruzzo.
– Sughero. E’ ottenuto rimuovendo lo strato esterno della corteccia del tronco della quercia da sughero. La corteccia così distaccata viene frantumata in piccoli granuli e con il calore e l’azione collante della suberina viene aggregata e compattata in pannelli. Necessita anche di una barriera al vapore. Ha il pregio di essere ignifugo, biodegradabile, atossico e riciclabile.. Indicato per intercapedini, travi portanti, ultimo solaio e pareti esterne.
– Legno e fibra di legno. Per la produzione di pannelli si usa legno di pioppo, pino, abete rosso e betulla. La fibra di legno è ottenuta dagli scarti della lavorazione nelle segherie che vengono pressati, sottoposti a calore e autoincollati con la lignina, in essa contenuta. A questo punto la fibra di legno viene compressa e compattata in pannelli adatti per pareti esterne, ultimo solaio, intercapedini e travi portanti.
– Fibra di canapa. E’ un isolante ricavato dalla parte esterna del fusto della graminacea Cannabis sativa. Adatta per ultimo solaio, pareti esterne, intercapedini e travi portanti.
– Fibra di lino. Tale isolante è ottenuto da un erbacea perenne che viene bagnata continuamente ed essiccata fino ad ammorbidirla. In commercio si può trovare il feltro di lino, venduto in rotoli per insonorizzare i pavimenti, mentre i pannelli si ottengono dalle fibre di lino assemblate con collante naturale a base di amido. Indicato per intercapedini, ultimo soalio e su travi portanti.
– Fibra di kenaf. Essa si ottiene dalla parte esterna del fusto di una malvacea, l’Hibiscus cannabinus. E’ una fibra forte con cui si ottengono pannelli indeformabili, resistenti alla vibrazioni e di facile stesura. Indicato per pareti esterne, intercapedini, ultimo solaio e travi portanti.
– Fibra di juta. Si tratta di una fibra tessile vegetale che si ricava dagli steli di due malvacee che vengono fatte macerare in acqua prima di procedere all’ agugliatura. La fibra così ottenuta è rigida, resistente e ruvida e viene utilizzata oltre che come materiale termoacustico isolante anche per tappeti. Indicata per intercapedini, ultimo solaio, pareti esterne.
– Fibra di cellulosa. E’ ottenuta dalla carta stampata da macero, riciclata. Essa viene sminuzzata e insufflata per eliminare i metalli pesanti. Essa si trova in commercio o in pannelli o in fiocchi o grani. Adatta per travi portanti, intercapedini ed ultimo solaio.
– Fibra di cotone. Ricavata dalla pianta del cotone tale fibra è poco elastica, ma molto resistente e igroscopica. Indicata per intercapedini e pareti interne.
– Fibra di cocco. E’ una fibra inodore, leggera e resistente che si ricava dal mesocarpo dei frutti del cocco. Si ottiene trattando le noci di cocco con acqua e aria, sottoponendole poi a battitura e poi ad essiccazione. Alla fine la fibra è pressata e venduta in pannelli o rotoli. Indicata per pareti esterne, intercapedini, ultimo solaio.
– Lana di pecora. Si ricava dalla lana tosata dell’animale e poi viene lavata con soda e sapone di Marsiglia. La lana di pecora viene poi trattata contro terme e coleotteri. La formazione del feltro viene effettuata senza l’uso di leganti. Adatta a pareti interne ed esterne, intercapedini.
– Fibra di mais. Si ricava dai carboidrati (che si fanno fermentare) contenuti nei chicchi. La fibra di mais è robusta e biodegradabile al 100%. Indicata per l’isolamento delle parti interne, ultimo solaio e intercapedini.
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