La Legge di stabilità sta facendo decisamente discutere. Legge stabilità, stangata per gli inquilini
Legge stabilità, stangata per gli inquilini. Anche il Sunia, il Sindacato nazionale degli inquilini e assegnatari, si è messo in moto per capire gli effetti di questa nuova distribuzione della pressione fiscale.
Come deciso, la tassa sui rifiuti, la Tari, la pagherà, come avveniva per la Tarsu, chi occupa l’immobile indipendentemente che sia il proprietario o l’inquilino. La Tasi, la quota riguardante i servizi indivisibili, verrà pagata quasi per intero dai proprietari, mentre agli inquilini, a seconda del comune di residenza, spetterà una quota variabile tra il 10% e il 30%. Ma molto dipenderà dall’ampiezza dell’appartamento e anche dal sistema di calcolo che i Comuni sceglieranno.
Saranno infatti quest’ultimi a scegliere le aliquote che possono dunque aumentare fino ad un limite massimo imposto: la Tasi non potrà superare il 7 per mille sulla prima casa e l’11,6 per mille sulle seconde.
L’Unione Inquilini calcola che per una casa media, due vani e cucina di circa 70-80 metri quadri, nella semiperiferia di una città, la parte di tassa in capo agli inquilini sarà mediamente sotto i 100 euro l’anno. Ma i sindacati degli inquilini sono comunque sul piede di guerra.
«La percentuale di Tasi a carico degli affittuari è una scelta che contestiamo completamente, anche sotto il profilo “filosofico” – dice Carmelo Lauria, del Sunia savonese- perché manifesta la volontà di colpire gli inquilini: una fascia di popolazione più debole economicamente, che non ha un’abitazione principale e che già deve pagare un affitto per avere una casa. Temiamo che l’introduzione di questo sistema, unito al fatto che i Comuni sono sempre più a caccia di risorse economiche , porterà ad effetti imprevedibili, e nefasti per chi vive in affitto».
«Il mercato della locazione in Italia e la dinamica degli affitti, particolarmente elevati e senza alcun controllo fanno sì che nella stessa misura del canone, determinato unilateralmente dal proprietario, sia considerata l’incidenza dell’ubicazione in quartieri più o meno serviti», aggiunge il Sunia.
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