
«Per riformare l’Imu serve un governo e un Parlamento che agisca prenda decisioni e conduca in porto le riforme. Se non ci fossero governo e Parlamento l‘Italia pagherà le rate di settembre e dicembre», ha affermato il presidente del Consiglio, Enrico Letta.
Il premier è stato chiaro: “Per riformare l’Imu, come per le altre questioni fiscali serve un governo e un Parlamento. Se non ci fossero l’Italia pagherebbe le rate di settembre e dicembre”.
“Letta ha detto parole chiare: è evidente che se il governo va avanti l‘Imu non si pagherà“, afferma Angelino Alfano il ministro dell’Interno e vicepremier sottolineando che il Pdl è “il fortino antitasse dentro questa maggioranza”. “Sono convinto – conclude Alfano – che centreremo questo obiettivo, che non è un capriccio del nostro partito ma un bene degli italiani e della ripresa economica”.
Nel frattempo, Letta sta cercando una soluzione per «superare di fatto l’attuale sistema di tassazione della prima casa» attraverso una riforma complessiva. Una delle prime soluzioni ipotizzata dal ministero dell’Economia è quella di lasciar gestire ai Comuni con maggiore autonomia una service tax, una imposta unica nella quale dovrebbero entrare sia la tassa sulla prima casa, la nuova imposta sui rifiuti e tutti i servizi indivisibili (illuminazione, gestione strade).
L’ipotesi prevede di destinare 2 miliardi di risorse aggiuntive al fondo di solidarietà comunale che dovrebbero servire a diminuire la pressione sui vincoli fiscali dei Comuni che a quel punto potrebbero all’interno della service tax graduare gli interventi, riducendo o addirittura abolendo la tassa sulla prima casa.
Al momento però molti sindaci sono un po’ scettici su questo meccanismo. Ma il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, assicura che l’impatto di questa nuova tassa comunale sarà inferiore alla somma delle imposte municipali precedenti.
Letta su Imu: “Se cade il governo si paga” – di Elisabetta Paladini
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