Tra promesse e rinvii, alla fine il danno è fatto: da martedì 1 ottobre l’Iva aumenterà dal 21 al 22%. L’Iva aumenta e la crisi resta: in agguato anche l’Imu
L’Iva aumenta e la crisi resta: in agguato anche l’Imu. E così mentre si assiste alla crisi interna del Governo, il resto degli italiani continua a nuotare nel mare di quella economica che sembra non aver fine.
Disoccupazione, portafogli vuoti e le tasse abbellite da tutti i loro aumenti. A causa dell’incremento dell’iva, il Codacons annuncia una stangata fino a 349 euro a famiglia e un disastroso effetto domino .
Secondo il presidente del Codacons, Carlo Renzi, ” l‘aumento dell’Iva produrrà infatti un disastroso effetto domino, con un incremento dell’inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini al dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma”. “Per questo – ha quindi concluso Renzi – è chiaro a tutti che l’aumento dell’Iva non servirà affatto a far uscire il Paese dalla crisi, ma al contrario sancirà la definitiva caduta economica dell’Italia”.
Ma quali saranno i prodotti che aumenteranno? Innanzitutto i beni tecnologici come televisori, macchine fotografiche, computer, e poi frigoriferi, lavastoviglie ed elettrodomestici in genere, e i mobili. Ma anche giocattoli, articoli sportivi e strumenti musicali. E poi i mezzi di trasporto quali auto moto e biciclette. Rientra nell’aliquota ordinaria tutto l’abbigliamento, comprese le scarpe e gli indumenti per i neonati, così come i prodotti per l’igiene e la pulizia, i profumi e i cosmetici.
E ancora passeranno al 22%, i vini, i liquori e i superalcolici, le bevande gassate e i succhi di frutta, e il caffè.
Ma nel bel mezzo di tutti questi aumenti, l’altro punto di domanda è: l’Imu tornerà? “La tassa sulla prima casa produce un gettito di 4,4 miliardi l’anno: la prima rata (2,2 miliardi) è stata abolita con un decreto del governo che aveva prima rinviato e poi, a fine agosto, cancellato l’imposta. La soppressione anche della seconda rata non è stata ancora formalizzata. Se entro la fine di novembre non ci sarà un decreto del governo, gli italiani si troveranno costretti a pagare 2,2 miliardi di tasse”.
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