Il nuovo redditometro, attuato dal decreto del ministero dell’Economia del 24 dicembre 2012, prende in considerazione solo le spese certe, vale a dire quelle già conosciute dal Fisco perché vengono comunicate all’Anagrafe tributaria o perché sono state indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi.
Ma chi sarà selezionato per i controlli fiscali? In particolare, coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata. In sede di selezione si terrà conto, anche, del reddito complessivo dichiarato dalla famiglia, per evitare di intraprendere attività di controllo nei confronti di coloro le cui spese risultano coerenti a livello di reddito familiare.
A sua volta il contribuente può fornire la prova che le spese sostenute nel periodo d’imposta sono state finanziate con:
– redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta;
– redditi esenti;
– redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta;
– redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
E ancora, il contribuente può fornire elementi per la rettifica dei dati e per l’integrazione delle informazioni presenti nell’Anagrafe Tributaria, dimostrare con prove dirette che le “spese certe” attribuite hanno un diverso ammontare o che sono state sostenute da soggetti terzi.
Se il contribuente fornisce chiarimenti esaustivi l’attività di controllo basata sulla ricostruzione sintetica del reddito si esaurisce nella prima fase del contraddittorio.
In caso contrario saranno oggetto del contraddittorio “anche le spese medie rilevate dall’ISTAT (“spese ISTAT”), connesse all’appartenenza ad una determinata tipologia di famiglia che vive in una specifica zona geografica, per le quali il contribuente potrà utilizzare argomentazioni logiche a sostegno di una sua diversa rappresentazione della situazione di fatto”.
Nuovo redditometro: e chi è soggetto a controllo – di Elisabetta Paladini
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