Quella dei pavimenti industriali è una materia ardua e complessa. Tra tecnologie di rivestimento, proposte di mercato ed esigenze degli addetti ai lavori non è mai facile trovare la giusta soluzione per il proprio ambiente industriale. Proprietari di capannoni, stabilimenti produttivi, ma anche piccole officine, devono fare i conti con numerosi fattori: affollamento di carichi pesanti e macchinari in primis; pericolo di macchie, muffe e ammaccamenti in secondo luogo.
Per capire quale possa essere una soluzione in grado di resistere agli stress e agli inconvenienti del mestiere è dunque doveroso operarsi in alcune distinzioni. Una facile categorizzazione può essere fatta in base ai materiali più utilizzati nella progettazione e realizzazione di pavimenti industriali. In particolar modo cemento, resina e vinile.
Pavimenti industriali in cemento
L´impasto cementizio, o calcestruzzo, si ottiene con la mescola di sabbia, ghiaia con acqua e appunto cemento. Questi rivestimenti sono in assoluto i più utilizzati nell´ambito lavorativo non fosse per la particolare robustezza dell´impasto e l´alto spessore.
I vantaggi relativi a questa soluzione riguardano l´alta tenuta e l´economicità del materiale. Di contro, i pavimenti industriali in cemento prevedono lunghi tempi di installazione (dai 10 ai 30 giorni) e soffrono particolarmente gli accumuli di umidità, causa di muffe sulla superficie, nonché crepe e dilatazioni.
Pavimenti industriali in resina
La resina per rivestimenti è utilizzata sin dagli anni ´90 e trova applicazione in ambito industriale perché particolarmente prestante da un punto di vista chimico e meccanico. In contesti “soft” come piccoli garage o magazzini si utilizzano resine a film sottile o impregnanti. In location più “hard” come grandi box auto o stabilimenti manifatturieri si utilizzano invece resine multistrato come l´epossidica e la poliuretanica.
Tra i vantaggi di questa soluzione annoveriamo l´alta conducibilità termica e il pregevole effetto estetico che conferiscono agli ambienti. Gli svantaggi più marcati dei pavimenti industriali in resina sono invece relativi alla loro facilità di invecchiamento e ingiallimento. In caso di una posa approssimativa, inoltre, soffrono i ritorni di umidità dal fondo sottostante.
Pavimenti industriali in vinile o PVC
Da cemento e resina, si passa al vinile (più tecnicamente PVC) che è sicuramente la soluzione più moderna. Simile alla gomma, il PVC è un materiale altamente innovativo utilizzato in svariati campi dell´edilizia: infissi, pavimentazioni per interni, rivestimenti per esterni e anche decorazioni murali.
Nello specifico, queste soluzioni, oltre alle proprietà di robustezza e conducibilità termica già viste per calcestruzzo e resina, hanno il vantaggio di una posa semplice e immediata (si compongono infatti di piastrelle autoposanti) e sono garantiti per durare più di 10 anni senza ammaccamenti e deformazioni.
Di contro, il costo iniziale del materiale è più alto, ma un tale investimento può essere ammortizzato risparmiando appunto sulle spese di posa e manutenzione, che non sono richieste.
Questo il quadro sintetico delle soluzioni di pavimentazioni industriali più richieste dal mercato. Sia cemento, che resina, che PVC sono disponibili in diverse varianti, più o meno complesse, più o meno performanti. Per investimenti a lungo termine si consiglia espressamente il vinile, per esigenze meno incombenti si può invece pensare a una passata di resina o a una piccola installazione in cemento.
Pavimenti industriali – Scritto da Gianpiero Spelozzo
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