Il pagamento dell’Imu slitta al prossimo 16 settembre. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che fissa lo stop al pagamento della rata di giugno della tassa sulla prima casa, sugli alloggi popolari e per i terreni agricoli e i fabbricati rurali.
Il provvedimento non riguarda invece le abitazioni in ville, i castelli e i palazzi di eminenti pregi artistici o storici.
Sulle coperture per la sospensione dell’Imu, Letta ha affermato che i comuni sono stati messi in salvaguardia per la rata di giugno e in una logica che rispetta le aliquote messe dai vari comuni.
Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha inoltre precisato che il provvedimento “copre un 50% del gettito dell’Imu a fronte del quale ci sarà l’autorizzazione ad accrescere le anticipazioni di tesoreria per i comuni e il costo sarà a carico dello stato utilizzando”.
A ogni modo, come affermato anche da uno studio effettuato dalla Cgia di Mestre, numerose amministrazioni comunali hanno previsto ritocchi dell’IMU sia per la prima che la seconda casa.
“Ritocchi al rialzo per la prima casa per Benevento, Bologna, Frosinone e Verona. In sette hanno rivisto l’importo per la seconda casa: Aosta, Asti, Barletta, Benevento, Ferrara, Lucca e Treviso. Sui capannoni, sei hanno deciso di aumentare l’imposta: Asti, Barletta, Benevento, Cuneo, La Spezia e Treviso. Tutti loro l’hanno portata al tetto massimo previsto dalla legge: 1,06%”.
E ancora, stando a quanto pervenuto, Bologna e Vicenza hanno previsto una riduzione rispettivamente dall’1,06% allo 0,96% e allo 0,76% sui fabbricati produttivi del gruppo catastale D.
Ritocchi IMU in numerose amministrazioni comunali – di Elisabetta Paladini
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