Tasso variabile con tetto massimo nel mutuo. Un mutuo presente sul mercato da qualche anno e che ha riscosso un buon successo, facendo registrare una percentuale pari a circa il 40% di scelta, è quello a tasso variabile con tetto massimo, altrimenti definito CAP.
Tasso variabile con tetto massimo nel mutuo
Specifichiamo che si tratta sempre di un tasso applicato all’operazione di tipo variabile, a cui è stata aggiunta una vantaggiosa clausola per il mutuatario, ovvero un tasso massimo stabilito in fase contrattuale.
Cerchiamo di comprendere meglio di cosa si tratta: il tetto massimo o cap costituisce una vera e propria garanzia che il tasso variabile applicato al mutuo non potrà superare una certa soglia.
Se ad esempio viene stipulato un mutuo con un tasso variabile iniziale pari al 3,00% e con un tetto massimo del 5,00%, vorrà dire che, se i tassi dovessero subire aumenti nel corso della durata del finanziamento superiori a quel 5%, la rata non potrà subire ulteriori rialzi.
Tale clausola, a seconda degli istituti che la prevedono, potrà essere applicata per tutta la durata o per un numero limitato di anni.
Il tasso variabile con tetto massimo costituisce il prodotto ideale per chi predilige il variabile (perchè più basso) ma non vuole rinunciare a tutelarsi da possibili incrementi di rata futuri.
Naturalmente scegliere questo tipo di prodotto vuol dire sostenere un costo, infatti proprio perché è risaputo che la banche non fanno sconti, né tantomeno regali, applicano ad esso uno spread sensibilmente più elevato rispetto a quello previsto per un tasso variabile puro.
Tasso variabile con tetto massimo nel mutuo – diStefania Guerrera
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