Il sistema di riscaldamento più comune e generalmente diffuso nei condomini da sempre è quello centralizzato, alimentato da un solo generatore di calore , la caldaia unica, capace di riscaldare tutte le unità abitative presenti. Tipologie di riscaldamento in condominio.
Tipologie di riscaldamento in condominio. Negli ultimi anni però molti edifici hanno scelto o sono passati a sistemi autonomi e di gestione individuale soprattutto negli immobili nuovi o di recente ristrutturazione, questi sistemi si avvalgono di caldaie che servono i singoli appartamenti con caldaie di minor potenza.
La scelta di passaggio da un sistema all’altro è solitamente dettata dalla possibilità di regolare indipendentemente la temperatura e gli orari di accensione in base alle proprie esigenze, inoltre chi opta per le caldaie individuali è spesso convinto di risparmiare sui costi di gestione anche se ciò è vero solamente in parte tanto che in questi ultimi anni si sta verificando un inversione di rotta volta a rivalutare l’impianto comune.
Le diverse tipologie di riscaldamento in condominio
Qualora si decida per il passaggio, a meno che non si abiti in una casa unifamiliare, prima di procedere all’installazione di un impianto autonomo si deve ottenere il consenso unanime dell’assemblea condominiale, occorre inoltre riferirsi ad un esperto prima di dar via ai lavori in modo che ci rediga una relazione da corredare al progetto, necessaria a dimostrare che la scelta è effettivamente vantaggiosa per l’abitazione ed apporta un effettivo risparmio energetico.
Tipologie di riscaldamento in condominio: Quali sono però i costi per l’eventuale passaggio?
Sono da mettere in preventivo in anzi tutto il costo della caldaia e della canna fumaria oltre a quelli dei nuovi condotti di collegamento ai radiatori che però, in qualche caso, possono fare a meno di essere sostituiti; in definitiva per un appartamento di medie dimensioni la spesa si aggirerà attorno ai 7.000-10.000€.
Le caldaie a condensazione hanno un costo iniziale superiore rispetto a quelle tradizionali, ma verrà armonizzato nel tempo dopo circa 3-5 anni a seconda del tipo: questi sistemi permettono un risparmio energetico nel caso di impianto tradizionale del 20%, mentre per quelli a bassa temperatura il risparmio sale fino al 40%. Con la Finanziaria del 2007 si è comunque prevista una detrazione dall’imposta lorda del 55% in 3 anni degli importi a carico del contribuente in caso di sostituzione dell’impianto posseduto con uno a bassa condensazione.
Sono in ogni caso i mesi primaverili ed estivi, quelli in cui la caldaia rimane inattiva, quelli più adatti per modificare il proprio impianto di riscaldamento esistente o realizzarne uno nuovo.
Nei prossimi articoli analizzeremo nello specifico i vantaggi e le caratteristiche del riscaldamento autonomo e del riscaldamento centralizzato, parleremo della possibile contabilizzazione per risparmiare, di fonti alternative di riscaldamento da prendere in considerazione, e molto altro ancora!
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