Dal 2004 ad oggi vi sono state costruite 750 abitazioni che, per via dei loro alti standard di efficienza energetica consentono di evitare l’emissione di 630 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Si tratta del villaggio di Stenløse, non lontano da Copenaghen, una delle aree low energy più vaste d’Europa, in grado di competere con il più celebre quartiere Vauban di Friburgo.
Tutto comincia nel 1977, quando la Danimarca fu il primo paese europeo a fissare limiti obbligatori per gli edifici di nuova costruzione. Limiti che la municipalità di Egedal (vicino al villaggio) pensava fossero troppo blandi e che diedero impulso all’ amministrazione pubblica per l’acquisto di 76 ettari, sui quali costruire secondo standard molto al di sopra di quelli nazionali.
In questo modo, gli acquirenti dei terreni iniziarono a edificare e, se i primi 350 edifici erano del 25% più efficienti dello standard nazionale, progressivamente la percentuale si impennò sino a toccare il 100%. Oggi vengono costruite soltanto case passive, un percorso avviato lo scorso giugno con il battesimo di un edificio con standard Passive+, inaugurato dal Ministro dell’energia danese.
Le abitazioni sono diverse e vanno dalle villette monofamiliari ai piccoli condomini. I vantaggi per gli inquilini? Parecchi, soprattutto per quanto riguarda le bollette per elettricità e riscaldamento, che diminuiscono dell’80%.
Ma quali sono le tecnologie impiegate allo scopo di migliorare al massimo il risparmio energetico? Innanzitutto i materiali isolanti e gli infissi esterni, che consentono di conservare una temperatura interna costante di 24 gradi sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Poi il sistema di ventilazione forzata, che espelle l’umidità e permette di immettere aria negli ambienti senza disperderne il calore.
Energia elettrica e acqua calda vengono prodotte rispettivamente da sistemi fotovoltaici e collettori solari per l’acqua calda. L’accumulo di acqua piovana, invece, consente all’intero quartiere di risparmiare sull’approvvigionamento idrico annuale per circa 23.000 metri cubi. Infine, ogni casa è provvista di una compostiera e una buona percentuale dei rifiuti prodotta nel quartiere viene riciclata per produrre biogas.
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