Dal 1° gennaio 2012 scatta l’Imu sulla casa: facciamo il punto. Dal 1° gennaio 2012 ritornano le tasse sull’abitazione principale e ciò impone ai proprietari delle abitazioni di fare un po’ il punto della situazione, cercando di fare i primi calcoli in attesa poi di conoscere le aliquote e le agevolazioni stabilite dai diversi Comuni.
Cerchiamo di sintetizzare quali saranno dunque le novità che riguarderanno il prelievo sulla casa, distinguendo a seconda che l’abitazione sia principale o seconda casa, e ancora se sia affittata o meno, se trattasi di case rurali e cosa accade per le case all’estero.
ABITAZIONE PRINCIPALE
Per la prima casa l’aliquota ordinaria stabilita è dello 0,4%. Però i Comuni nei prossimi mesi potranno scegliere di aumentare o diminuire la detrazione: aliquota minima dello 0,2%, aliquota massima dello 0,6%.
Inoltre per l’abitazione principale è prevista anche una detrazione fissa di 200 euro a cui si devono aggiungere 50 euro per ogni figlio a carico avente età non superiore a 26 anni. I figli devono essere residenti ad avere dimora nell’abitazione principale.
Per calcolare allora l’Imu, occorre vedere quale sia la rendita catastale della casa ed a tal fine si può guardare sull’atto di acquisto dell’immobile o vedere i vecchi bollettini ici. A questo punto bisogna moltiplicare la rendita per 1,05 che rappresenta la rivalutazione del 5%. Poi occorre moltiplicare il risultato per 160 che rappresenta la maggiorazione del 60% prevista dalla manovra di natale. Il risultato così ottenuto va diviso per 100 e l’ulteriore risultato va moltiplicato per l’aliquota fissata dal Comune in cui si trova la casa. Si ottiene così l’imposta lorda. Da quest’ultima occorre sottrarre la detrazione di 200 euro più eventuali 50 euro per ogni figlio (fino ad un massimo di 400 euro). Si ottiene così l’imposta dovuta.
SECONDA CASA
In caso di immobili diversi dall’abitazione principale, l’Imu sulla casa prevede un’aliquota ordinaria dello 0,76% che può essere variata dal Comune in aumento o in diminuzione: aliquota minima dello 0,46%, aliquota massima del 1,06%.
Per calcolare l’imposta sulla seconda casa bisogna individuare la rendita catastale della stessa che va poi moltiplicata per 1,05 (che rappresenta la rivalutazione del 5%). Il risultato così ottenuto va moltiplicato per 160 (che rappresenta la maggiorazione del 60%). Il risultato va diviso per 100 e moltiplicato per l’aliquota Imu fissata dal Comune.
Il risultato ottenuto rappresenta l’imposta dovuta per la seconda casa.
Dal momento che l’Imu assorbe l’Irpef sui redditi fondiari, non si pagheranno più le imposte ad aliquota marginale sulla rendita catastale rivalutata del 5% e maggiorata di 1/3.
CASA AFFITTATA
Per le case affittate si paga l’Imu con un’aliquota ordinaria dello 0,76%. L’aliquota può subire aumenti o diminuzioni decise dai vari Comuni, di conseguenza: aliquota minima dello 0,4%, aliquota massima del 1,06%.
Il procedimento per calcolare l’imposta dovuta è lo stesso visto per la seconda casa.
Inoltre, in caso di immobili affittati bisogna considerare che sui ricavi delle locazioni occorre pagare le imposte in base all’Irpef ad aliquota marginale, dal 23 al 43%, oppure in base alla cedolare secca (con aliquota del 21% o del 19% in caso di canone concordato).
CASE RURALI
L’Imu va a colpire anche gli immobili rurali per i quali va fatta una distinzione a seconda che essi siano o meno iscritti nel catasto fabbricati. Se le case rurali sono già iscritte nel catasto fabbricati e quindi hanno una rendita catastale, per il calcolo dell’imposta si seguono le stesse regole previste per l’abitazione principale, le seconde case o le case affittate.
Nell’ipotesi in cui le case rurali siano sprovviste di rendita catastale perché ancora iscritte nel catasto terreni, la base imponibile sarà calcolata prendendo come riferimento la rendita di immobili simili. Inoltre, la casa rurale dovrà essere comunque iscritta nel catasto fabbricati entro il 30 novembre 2012.
CASE ALL’ESTERO
Coloro che possiedono immobili all’estero dovranno pagare dal 2012 l’Imu sugli stessi. L’imposta si applica sul valore delle case, facendo riferimento al prezzo delle stesse così come indicato nell’atto di acquisto oppure, in mancanza, al valore di mercato della casa. Sulle case all’estero il proprietario paga già da quest’anno un’imposta erariale dello 0,76%.
Al fine di impedire una doppia imposizione sulla casa all’estero, il proprietario si vedrà riconosciuto un credito d’imposta pari al valore dei prelievi applicati nello Stato estero in cui si trova la casa.
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