
Nella bozza di legge delega per la riforma fiscale, il Governo Monti ha previsto anche una riforma degli estimi catastali, ossia il venir meno del sistema catastale fondato sulle classi e sulle categorie per una nuova classificazione degli immobili fondata sui metri quadri e sui valori di mercato. Imu e riforma catastale.
Imu e riforma catastale. Questo significa che dopo la riforma catastale l’Imu verrà pagata non più in base ai vani ma ai metri quadrati dell’immobile ed al valore dell’immobile che è più in linea con i prezzi di mercato.
Ciò porterà a dei cambiamenti nel prelievo fiscale, prevedendo un notevole risparmio per quelle famiglie che abitano in immobili di minor pregio. Rimane in ogni caso da sciogliere ancora il problema delle aliquote da applicare, tenuto conto del fatto che i singoli comuni potranno variare l’imposta entro determinati punti percentuale.
Quello che è certo è che tale riforma del catasto porterà ad una ridistribuzione del prelievo fiscale senza però aumentare il carico fiscale complessivo e porterà anche ad una correzione delle varie iniquità con cui si sta pagando l’Imu.
Infatti, vi sono immobili che a parità di superficie con altri devono pagare un’imposta di molto più elevata solo perché vi è un maggior numero di stanze che porta ad un aumento dei vani e quindi della rendita catastale.
Allo stesso modo vi sono immobili residenziali che molti anni fa sono stati accatastati come capanne e che per questo ancora oggi andranno a pagare una somma davvero irrisoria di Imu anche se con il tempo tali immobili sono stati recuperati e ristrutturati.
Ancora in base all’attuale disposizione del catasto un immobile che si trova in provincia o in periferia di città si trova a pagare la stessa somma di un immobile che ad esempio si trova in centro o in una zona di lusso.
Imu e riforma catastale.
Cosa prevede nello specifico la riforma del catasto?
Innanzi tutto, la riforma del catasto prevede una revisione delle rendite catastali basata su una divisione del territorio di ogni comune in ambiti territoriali di mercato in modo da poter dividere le zone residenziali da quelle commerciali, dalle periferie e così via.
La riforma prevede poi una modifica delle categorie catastali a favore di una nuova classificazione degli immobili basata ad esempio su case singole, abitazioni di lusso e palazzi, e prevedendo poi per ognuna di queste macro categorie delle sottocategorie.
A questo punto ad ogni immobile verrà dato un valore fiscale considerando i valori di mercato, il territorio del comune in cui è ubicato l’immobile e i metri quadri dello stesso.
Imu e riforma catastale. In base a tali calcoli andranno a pagare un Imu più elevata i proprietari di case che si trovano nelle grandi città oppure in zone turistiche importanti, mentre andranno a risparmiare i proprietari di immobili ubicati nelle periferie, nelle province, nonché i proprietari di case nuove o ristrutturate del tutto.
Per ciò che concerne l’aliquota da applicare, molto dipenderà dal comportamento dei comuni a cui è stato lasciato un certo margine nell’aumento o diminuzione delle aliquote base stabilite dallo Stato. Quel che è certo è che se anche a seguito della riforma del catasto i Comuni giocheranno al rialzo, si verificheranno notevoli aumenti nella pressione fiscale al pari di quelli a cui si sta assistendo subito dopo l’introduzione dell’Imu.
Lascia un commento