L’Imu sulle abitazioni: il Comune sceglie le agevolazioni. La nuova tassa sulla casa, l’Imu, entrata in vigore dal 2012 è disciplinata da una serie di norme diverse, tant’è che il quadro normativo che ne risulta non appare del tutto chiaro.
In particolare l’Imu è disciplinata dal decreto Monti (art. 13), dal d.lgsn.234 del 2011 (art. 8 e 9, in quanto compatibili) e dal d.lgs n. 504 del 1992, in quanto richiamato.
La normativa in vigore prevede la possibilità per i Comuni di esercitare la potestà regolamentare anche per l’Imu e quindi di decidere le agevolazioni applicabili alla nuova imposta mediante regolamento.
Ma ciò che ci si chiede è quale sia il rapporto tra quanto previsto dal decreto Monti e l’esercizio della potestà regolamentare da parte dei Comuni. In generale si ritiene che il decreto Monti rappresenti una limitazione al potere del Comune nel senso che ad esempio quest’ultimo non potrebbe prevedere un’aliquota dello 0,38% per le abitazioni affittate dal momento che il decreto Monti ha espressamente stabilito che la riduzione può arrivare fino al 0,4%.
In pratica, i Comuni nel momento della stesura del regolamento comunale ai fini dell’applicazione dell’Imu devono valutare quale agevolazioni previste per l’Ici possono essere confermate.
Ad esempio l’Ici prevede la possibilità di intervenire ulteriormente sulla detrazione principale sulla casa con riferimento a particolari situazioni di disagio economico. E tale previsione può essere confermata anche per l’Imu in considerazione del fatto che è espressamente prevista la possibilità di intervenire genericamente sulla detrazione.
I definitiva i Comuni possono deliberare riduzioni di aliquota solo per alcune tipologie di case affittate o prevedere aumenti per le case sfitte.
Per il calcolo dell’Imu vedere: DAL 1° GENNAIO 2012 SCATTA L’IMU SULLA CASA: FACCIAMO IL PUNTO
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