
Quali novità sono state introdotte per chi effettua lavori in casa? Lavori in casa, dopo l’Eco bonus ed il decreto del fare
Lavori in casa, dopo l’Eco bonus ed il decreto del fare. Con il decreto legge n. 63/2013 (eco bonus) e quello n. 69/2013 (decreto del fare) sono state previste interessanti occasioni, da non lasciarsi perdere, per chi intende effettuare lavori in casa.
Le occasioni riguardano il recupero edilizio, l’eco bonus e le semplificazioni in materia edilizia.
Recupero edilizio
Per coloro che eseguono lavori in casa, ossia lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria (quest’ultima solo per i condomini), ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo, vi è la possibilità di detrarre il 50% delle spese sostenute, con il limite di spesa di 96 mila euro per ogni singola unità immobiliare. I pagamenti devono essere effettuati tra il 26 giugno 2012 ed il 31 dicembre 2013.
La detrazione del 50% è concessa anche per i lavori di risparmio energetico non qualificato, ossia per i lavori che pur avendo caratteristiche ecologiche non devono rispettare i rigidi requisiti previsti per poter usufruire della detrazione per il risparmio energetico (55-65%).
Eco bonus
Per coloro che eseguono lavori volti al risparmio energetico qualificato, la detrazione è stata aumentata con il decreto n.63/2013 dal 55% al 65% per le spese effettuate dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2013. Rientrano nella detrazione anche i condizionatori a pompa di calore sempre che abbiano alcuni requisiti. Con il decreto legge succitato è stata ripristinata anche la nullità dei contratti di locazione e compravendita che non abbiano l’Ape (attestato di prestazione energetica).
In alternativa alla detrazione del 65% vi è il conto termico (Dm del 28.12.2012) che prevede contributi anche per più di un intervento eseguito sullo stesso edificio al fine di migliorare l’efficienza energetica o installare impianti alimentati da fonti rinnovabili. In tal caso la domanda va presentata al gestore dei servizi energetici (Gse).
Semplificazioni edilizie
Il decreto del fare prevede anche la possibilità di ristrutturare e ricostruire liberamente senza che sia necessario rispettare la stessa sagoma del fabbricato preesistente. Per cui, finora le ristrutturazioni dovevano realizzarsi rispettando la sagoma, ossia l’aspetto esterno dell’edificio, e quindi non potevano prevedere innovazioni, come spostare volumi o sfruttare meglio un particolare spazio. Sarà quindi possibile dar vita ad edifici diversi, senza che vi siano sanzioni in caso ci si scosti dal progetto autorizzato con Dia. Le difformità di sagoma non saranno più considerate variazioni essenziali e di conseguenza potranno essere soggette solo ad una ridotta sanzione pecuniaria. L’obbligo di rispettare la sagoma permane ancora per i centri storici.
Il decreto ha poi introdotto il silenzio-assenso in edilizia. Questo significa che la mancata risposta da parte dell’ente entro 30 giorni dalla richiesta allo sportello Unico determina l’accoglimento dell’istanza.
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