Manovra Monti: niente agevolazioni per gli immobili storici. Finora, per gli immobili storici ed artistici erano previsti, ai fini Ici, delle agevolazioni da parte di una norma speciale del 1993. Tale trattamento di favore è venuto meno a seguito del decreto Salva-Italia del Governo Monti.
In particolare, la disciplina dell’Ici, entrata in vigore nel 1993, non prevedeva alcun tipo di agevolazione per gli immobili storici ed artistici, tant’è che questi venivano equiparati agli altri fabbricati. Di conseguenza la base imponibile su cui applicare l’Ici veniva determinata applicando il moltiplicatore 100 all’importo della rendita catastale rivalutata del 5%.
Solo con il Dl n. 16 del 1993 si è sancito l’alleggerimento della base di calcolo per gli immobili storici ed artistici. In pratica si è stabilito che per tali immobili la base imponibile Ici è rappresentata dal valore che risulta applicando alla rendita catastale, determinata mediante l’applicazione della tariffa d’estimo di minore ammontare tra quelle previste per le abitazioni della zona censuaria nella quale è sito il fabbricato il moltiplicatore 100.
Quindi, perla tassazione degli immobili storici si considera la tariffa d’estimo di minore ammontare.
Con il decreto salva-italia del governo Monti sono venute meno tali agevolazioni in quanto il testo della manovra non contempla affatto disposizioni di favore per gli immobili storici ed artistici ai fini Imu. La conseguenza è che per tali immobili si paga l’Imu in base alle tariffe d’estimo corrispondenti alla categoria attribuita ed alla classe di appartenenza degli immobili.
La manovra prevede solo degli esoneri dal pagamento del tributo per gli immobili destinati ad usi culturali, come tra l’altro prevedeva anche la normativa in materia di Ici.
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