Mini-emendamento alla manovra: ici e pensioni. Si sta pensando in queste ore all’introduzione di un mini-emendamento nella manovra varata pochi giorni fa al fine di renderla più equa. L’emendamento dovrebbe riguardare tre punti fondamentali, ossia:
– l’elevazione delle soglie delle pensioni a cui mantenere l’adeguamento all’inflazioni da 900 euro a 1.400, cioè il triplo delle minime;
– un aumento dell’esenzione Ici sulla prima casa;
– infine la riduzione dei disincentivi per le pensioni di anzianità.
Sono dunque queste le modifiche su cui si sta lavorando, aumento delle pensioni fino a tre volte il minimo, “sconti” sull’Ici prima casa e revisione dei disincentivi a chi anticipa l’uscita.
In pratica, la Commissione lavoro della Camera ha richiesto di garantire la rivalutazione a tutte quelle pensioni che arrivano fino a tre volte le minime e non più solo fino a due volte. E per fare ciò, si rendono necessari interventi sulle pensioni d’oro e sulle baby-pensioni mediante contributi di solidarietà, come aveva chiesto il Pdl, e interventi volti ad alzare l’aliquota ai capitali scudati, oggi all’1,5% come ha chiesto il Pd.
In ogni caso le forze politiche che sostengono il governo Monti stanno lavorano per pervenire a modifiche condivise da tutti che, però, non sconvolgano il decreto e mantengano i saldi inalterati, anche perché all’approvazione definitiva della manovra si dovrà arrivare prima di Natale, molto probabilmente entro il 23 dicembre.
Per quanto riguarda l’Ici, si pensa ad un imposta graduale, basata sul numero dei familiari a carico e sul reddito al fine di venire incontro alle fasce più deboli della popolazione. Come alternativa è previsto l’innalzamento della soglia di esenzione per le, fissata in 200 euro.
E’ forte anche la polemica dovuta alle esenzioni Ici sugli immobili della Chiesa. Si chiede che una parte del gettito Ici arrivi anche dal patrimonio immobiliare della Chiesa.
Accanto a queste priorità si stanno anche valutando modifiche in tema dei lavori usuranti. Infatti, viene chiesto di mantenere la possibilità di anticipare fino a tre anni i requisiti di accesso alla pensione, rispetto a quanto prevede l’attuale sistema delle quote.
Viene chiesto, inoltre, l’aggiornamento della normativa sui lavori faticosi e pesanti in modo da poter aumentare i potenziali beneficiari.
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