
Via a Imu e Tares, in campo scenda la Service Tax
Via a Imu e Tares e spazio alla Service Tax. Con due settimane di tempo a disposizione, la nuova tassa sui servizi (che assorbirebbe Imu e Tares) potrebbe essere la soluzione per superare il duro scontro politico tra Pd e Pdl, dando ai Comuni il potere decisionale.
“Si può tranquillamente dire che, se il governo durerà, la rata Imu di settembre non verrà pagata e, da dicembre, l’ipotesi è di avere una nuova tassa che si chiamerà diversamente”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, intervenuto a “Prima di tutto”: “Questa è la proposta – ha aggiunto – che stiamo preparando, si pensa a una nuova service tax che però dovrebbe essere più bassa della somma delle imposte che sostituirà”.
L’obiettivo è sarebbe quello di far gestire la service tax dai Comuni, che potranno comunque contare su 2 miliardi l’anno da parte dello Stato.
Grazie a quest’ultimi, spiega Baretta, “la tassa sui servizi sarà ovviamente meno gravosa rispetto alla somma di Imu e Tares. L’autonomia impositiva ai Comuni dà inoltre margini di manovra importanti. Cortina, ad esempio, è piena di seconde case. Il suo sindaco potrebbe decidere che per i residenti non si paga nulla sulla prima casa e si aumentano le aliquote sulle seconde. Oppure potrebbe stabilire che per favorire il mercato, tiene tutto basso. La tax service serve a responsabilizzare le autonomie locali, toglie l’alibi che è Roma a decidere le addizionali. Questa strada va verso il federalismo fiscale giusto”.
E ancora, una novità ben accetta che verrebbe dalla Service Tax, detta anche Ics (imposta di casa e servizio), sarebbe la cancellazione dell’addizionale comunale Irpef. Con questa le tasche dei dipendenti verrebbero alleggerite a discapito delle tasche dei proprietari di beni extra lusso, ovvero immobili dal valore catastale che supera il milione e mezzo di euro. Si potrebbe dire quindi che la Ics è una micro-patrimoniale.
Service Tax – Elisabetta Paladini
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