Il nuovo esecutivo si è impegnato nel rivedere tutta la tassazione immobiliare, prevedendo intanto il congelamento dell’Imu di giugno, ossia il prossimo 17 giugno non dovrà essere pagata la prima rata dell’imu sull’abitazione principale.Tasse casa: cosa potrebbe cambiare.
Tasse casa: cosa potrebbe cambiare. La revisione della tassazione comporterà inevitabilmente anche la modifica e la correzione dell’imposta sulla casa, cosa che insieme con il meccanismo dei vecchi estimi catastali porterà una serie di conseguenze che adesso andremo a vedere.
Tasse casa: prima casa
L’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa costerebbe all’incirca 4 miliardi di euro per quest’anno e la restituzione dell’imposta già versata nel 2012 aumenterebbe di altri 4 miliardi l’esborso.
Anche prevedere un’esenzione parziale, con l’aumento della franchigia da 200 euro a 500 euro e l’introduzione di altri correttivi in base al reddito ed al numero dei componenti del nucleo famigliare, costerebbe comunque circa 2 miliari.
La conseguenza di tale manovra porterebbe in ogni caso ad enormi perdite nelle casse dei Comuni che dovranno finanziarsi per 6 mesi a tassi di mercato e dovranno spendere circa 2 milioni di interessi.
Tasse casa: seconda casa
In ogni caso elevare le tasse sulle seconde case avrebbe degli effetti negativi in quanto aumenterebbe ulteriormente le difficoltà del mercato immobiliare; si consideri che in media le imposte sull’acquisto della seconda casa sono circa otto volte più elevate dell’Imu.
Tasse casa: negozi
Lo stesso discorso delle seconde case si può fare per i negozi e gli uffici, aggiungendo il fatto che vi sarebbe il rischio di chiusura delle imprese che già allo stato attuale stentano ad andare avanti. Infatti molti esercizi commerciali stanno chiudendo poiché non ce la fanno a far fronte alle richieste di aumento nell’ipotesi di rinnovo dei contratti di locazione. Già ora molti proprietari scelgono di lasciare il locale sfitto piuttosto che bloccarlo per 12 anni alle condizioni attuali.
Situazione non migliore riguarda i capannoni industriali per i quali vi è un aumento dell’8% dell’imponibile Imu (il coefficiente moltiplicatore della rendita catastale passa da 60 a 65). Inoltre, il fatto che nella suddivisione degli introiti solo un minimo vada allo Stato mentre il resto al Comune, penalizza ancor di più i capannoni dato che finora i Comuni hanno quasi sempre elevato al massimo l’aliquota. Si teme che i nuovi aumenti possano bloccare le nuove assunzioni.
Tasse casa: nuovo catasto
Altro problema, non certo di minor conto, è che comunque una riforma della fiscalità immobiliare richiede il superamento dell’attuale sistema degli estimi.
Lascia un commento